Una nuova ricerca condotta negli Stati Uniti, ha trovato un collegamento tra un maggior rischio di ammalarsi di morbo di Parkinson e l'esposizione (attraverso acqua contaminata) ad una sostanza chimica molto utilizzata soprattutto nei decenni scorsi, il tricloroetilene (o trielina)
Lo studio di cui vi parliamo oggi ha preso a campione oltre 340mila membri del servizio militare che si trovavano nel campo base del Corpo dei Marines Lejeune, in Carolina del Nord, tra il 1975 e il 1985. In quel periodo l’approvvigionamento idrico di cui si servivano i militari era contaminato da tricloroetilene (trielina) e altri composti organici volatili.
Era stato scoperto infatti che l’acqua dell’impianto di trattamento di Hadnot Point era contaminata non solo da tricloroetilene ma anche da percloroetilene (PCE), benzene e cloruro di vinile.
Queste contaminazioni si erano verificate in seguito a “perdite di serbatoi di stoccaggio sotterranei, fuoriuscite di aree industriali e siti di smaltimento rifiuti“, come aveva riscontrato l’agenzia per le sostanze tossiche e il registro delle malattie (ATSDR) Usa.
La trielina era un prodotto chimico comunemente utilizzato in quel periodo in diversi settori, da quello industriale a quello commerciale fino ad arrivare a quello militare.
Si tratta di una sostanza utile a rimuovere la vernice, sgrassare i motori e i metalli, lavare a secco i vestiti e tanto altro, un solvente che però ha non pochi possibili effetti collaterali e già collegato ad un maggior rischio cancro.
Ma tornando al nuovo studio, questo ha correlato l’esposizione alla trielina attraverso l’acqua potabile contaminata (si trattava quindi di un’esposizione indiretta e spesso non consapevole) con un maggior rischio di morbo di Parkinson.
Più nello specifico, il rischio era del 70% più alto nei veterani di Camp Lejeune che avevano soggiornato in quella zona per almeno 3 mesi, rispetto ai veterani che si trovano in una base del Corpo dei Marines dove l’acqua non era contaminata.
In realtà, diversi studi precedenti già avevano collegato un maggior rischio Parkinson a fattori ambientali, quali appunto l’esposizione a sostanze chimiche pericolose. E vi avevamo parlato anche di una ricerca di qualche mese fa che aveva messo in relazione questa malattia proprio all’uso di trielina.
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Nel nuovo studio, pubblicato su Jama Neurology, si legge:
I risultati dello studio suggeriscono che l’esposizione al tricloroetilene nell’acqua può aumentare il rischio di malattia di Parkinson; milioni di persone in tutto il mondo sono state e continuano ad essere esposte a questo onnipresente contaminante ambientale.
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Fonte: Jama Neurology
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