C’è un’epidemia silenziosa che provoca oltre 93.000 morti l’anno soltanto in Italia

Il fumo è un killer silenzioso che ogni anno solo nel nostro Paese uccide circa 93mila persone, esposte a malattie di vario tipo: tutte morti che potrebbero essere evitate

Miete più vittime degli incidenti stradali, dell’Aids, degli omicidi e dell’alcol e droga messi insieme: stiamo parlando del fumo, una delle più grande minacce per la salute umana. Soltanto nel nostro Paese sono oltre 93mila le persone che muoiono ogni anno a causa del tabagismo. A fornirci questi dati drammatici, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco – istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1987 – è la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA).

È ormai noto che il fumo sia uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di tumori, patologie cronico-degenerative e all’apparato cardiovascolare e respiratorio. La situazione in Italia è decisamente preoccupante: le sigarette, infatti, provocano circa il 20,6% dei decessi.

Il fumo di tabacco è la principale causa di almeno 27 malattie, tra le quali broncopneumopatie croniche, patologie polmonari, diverse tipologie di cancro, cardiopatie, vasculopatie, ecc. – sottolinea  il presidente della SIMA Alessandro Miani – Si stima che ogni anno, nel mondo, più di 8 milioni di persone muoiono a causa del consumo di tabacco, mentre in Italia i decessi legati al fumo sono oltre 93.000 ogni anno, il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne. Il costo sociale e sanitario per la collettività determinato dal fumo è pari in Italia a oltre 26 miliardi di euro ogni anno.

Ma a farne le spese non sono soltanto gli adulti: anche la salute dei più piccoli e delle persone che respirano quotidianamente il fumo passivo. Come chiarito dalla SIMA, secondo le ultime stime questo provoca circa 1,2 milioni di vittime nel mondo, di cui 65.000 bambini.

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In aumento il tabagismo in Italia: circa una persona su 4 fuma

Purtroppo, nonostante le campagne contro il tabagismo, il tasso dei fumatori in Italia continua a crescere. Come evidenziato dal nuovo report dell’Istituto Superiore di Sanità, dopo un lungo periodo di stagnazione quest’anno si è assistito a un incremento di 2 punti percentuali: i fumatori infatti erano il 22% nel 2019 (ultimo anno di rilevazione prima della pandemia).

Ciò significa che un italiano su quattro (ovvero il 24,2% della popolazione) fuma. Rispetto al 2019, sono circa 800mila in più i fumatori italiani, mentre è triplicato il consumo di sigarette a tabacco riscaldato. Secondo gli esperti, questo aumento è legato principalmente allo scoppio della pandemia di Covid-19, ma non solo.

Il dato di quest’anno ci conferma come la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina degli italiani. – commenta Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – I nuovi prodotti del tabacco e le e-cig si sono aggiunti al consumo delle sigarette tradizionali e i loro utilizzatori infatti sono quasi esclusivamente consumatori duali. La falsa percezione di consumare prodotti meno o addirittura non nocivi per la salute e il sentirsi autorizzati ad utilizzarli in ogni luogo, in deroga alla legge Sirchia, stanno certamente incidendo sull’aumento del loro consumo.

fumatoti italia 2022

©ISS

Le conseguenze nefaste del fumo sull’ambiente

Il tabagismo ha pesanti ripercussioni sulla nostra salute, ma spesso si tende a ignorare o sottovalutare il suo impatto ambientale. Il fumo del tabacco emette infatti anidride carbonica, metano e biossido di azoto e inquina gli ambienti interni ed esterni.

“Le emissioni dei prodotti del tabacco in atmosfera equivalgono a quelle rilasciate da tre milioni di voli transatlantici” chiarisce il Presidente della SIMA Alessandro Miani.

Inoltre, secondo l’OMS, ogni anno l’industria del tabacco costa al mondo 600 milioni di alberi, 200.000 ettari di terra e 22 miliardi di tonnellate di acqua. La gran parte del tabacco usato per produrre sigarette viene coltivata in Paesi poveri, in cui l’acqua e i terreni agricoli sono necessari per coltivare cibo per la popolazione.

Come se non bastasse, una volta fumate, valanghe di sigarette vengono abbandonate per le strade e nelle spiagge e finiscono per inquinare ancora di più gli ecosistemi.

“I prodotti del tabacco sono gli articoli più disseminati del Pianeta, contengono oltre 7.000 sostanze chimiche tossiche, che si riversano nel nostro ambiente quando vengono scartate. Ogni anno circa 4,5 trilioni di filtri per sigarette inquinano i nostri oceani, fiumi, marciapiedi, parchi, suolo e spiagge” spiega Ruediger Krech, direttore della promozione della Salute dell’OMS.

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Fonti: ISS/SIMA/OMS

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