Endometriosi: come richiedere l’esenzione ticket e l’invalidità

Inserita a pieno titolo nell'elenco delle prestazioni sanitarie garantite, tra i Livelli essenziali di assistenza (LEA), chi soffre di endometriosi avrà diritto d’ora in poi all’esenzione fiscale.

L’endometriosi è una malattia invalidante. Inserita a pieno titolo nell’elenco delle prestazioni sanitarie garantite, tra i Livelli essenziali di assistenza (LEA), chi soffre di endometriosi avrà diritto d’ora in poi all’esenzione fiscale.

Il termine LEA indica le prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire ai cittadini e riguarda un insieme di attività e sevizi che vengono erogati a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza.

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Ma c’è un ma: sarà possibile chiedere l’esenzione alle Asl soltanto per le donne affette da endometriosi di terzo e quarto stadio, le forme più gravi, che potranno non pagare le prestazioni specialistiche come visita ginecologica ed ecografia. Mentre ancora non si sa se saranno riviste anche le tabelle dell’INPS di invalidità, su cui dal 2006 c’è una proposta di modifica per aumentare l’invalidità riconosciuta per endometriosi. A tutt’oggi, per i casi più gravi non supera il 30% e non si possono chiedere i permessi retribuiti riconosciuti dalla legge 104 (sotto come chiedere l’invalidità).

Di endometriosi soffrono più di 150 milioni di donne nel mondo e può riguardare ogni fascia di età. La causa è un’eccessiva formazione di tessuto di rivestimento uterino sull’endometrio che può estendersi anche a livello delle ovaie, delle tube e della vescica. I sintomi, oltre a un dolore acuto, sono vari e caratterizzati da diversi gradi di severità. Presenza di cisti ovariche o fibromi, dolore di forte intensità nella zona pelvica e alla schiena, stanchezza, fastidi intestinali e nel processo digestivo, infezioni urinarie e infertilità sono tutti segnali della presenza dell’endometriosi.

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Sono tanti, lunghi e costosi gli esami e gli accertamenti da compiere per individuare l’endometriosi e, una volta accertata, deve essere costantemente monitorata nel corso degli anni per accertarne o meno la possibile evoluzione. Soprattutto se al terzo o quarto stadio, le Asl prevedono un’esenzione totale per la sua cura, anche per quanto riguarda le ecografie e le visite ginecologiche che in questi casi le donne sono chiamate ad effettuare almeno ogni sei mesi.

slide endometriosi

Come ottenere il certificato di esenzione

L’esenzione deve essere richiesta all’Azienda Sanitaria Locale dove si risiede, presentando un certificato medico (rilasciato da un presidio ospedaliero o ambulatoriale pubblico) che attesti la presenza della patologia. Sono validi ai fini del riconoscimento dell’esenzione anche: la copia della cartella clinica rilasciata da una struttura ospedaliera pubblica; la copia del verbale di invalidità; la copia della cartella clinica rilasciata da una struttura ospedaliera privata accreditata, previa valutazione del medico del Distretto sanitario della Azienda Sanitaria Locale di residenza. L’Azienda Sanitaria Locale rilascia poi un attestato che riporta la definizione della malattia con il relativo codice identificativo e le prestazioni fruibili in esenzione.

Rivolgetevi comunque in prima istanza al vostro medico di famiglia.

Come ottenere l’invalidità

Anche in questo caso il primo passo va fatto presso il proprio medico di famiglia.. Si può quindi inoltrare domanda per ottenere i benefici in materia di invalidità civile all’INPS (e non alla ASL), esclusivamente per via telematica collegandosi al sito www.inps.it, anche attraverso il supporto di un patronato abilitato. L’inoltro della domanda prevede l’assegnazione di un PIN che si può utilizzare sia per presentare la domanda sia, successivamente, per verificare lo stato della propria richiesta. Si deve poi attendere il parere della Commissione, che può anche essere negativo.

Bene quindi per l’iscrizione dell’endometriosi tra i Lea, per l’esenzione ai ticket e bene anche per il riconoscimento di invalidità, ma i costi dei medicinali e delle visite (che spesso vengono fatte nel privato per superare le lunghe liste d’attesa) rimangono alti per tutte coloro che sono malate sì ma non al terzo o quarto stadio. A loro rimangono i dolori, la depressione, i disagi sul lavoro e nella vita privata. E ancora dei costi insormontabili.

Germana Carillo

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