Emma Marrone lancia un appello a diventare donatori di midollo: chi può candidarsi e come fare

"Questo Paese ha bisogno di più donatori. Più siamo e più vite possiamo salvare nel minor tempo possibile": dopo la morte del padre, Emma Marrone lancia un invito a donare il midollo osseo. Sulla questione, però, c'è ancora parecchia confusione. Proviamo a fare un po' di chiarezza per scoprire perché donarlo, chi può farlo e i rischi che si corrono

Donare il midollo osseo puà salvare davvero una vita, ma in pochi ne hanno piena consapevolezza. A ricordarci questa importante verità è Emma Marrone che, a due giorni dalla morte del papà Rosario (che lottava contro la leucemia), è tornata sui social per ringraziare i suoi fan e tutte le persone che le sono state vicine in questo momento di dolore, ma anche per mettere a tacere chi ha associato il decesso del padre ai vaccini anti-Covid e accendere i riflettori su una possibilità che tutti dovremmo prendere in considerazione.

Grazie per tutto l’amore che ci avete dimostrato in questi giorni così difficili e dolorosi. – ha detto la cantante salentina, visibilmente commossa, attraverso un video su Instagram  – Avrei anche voluto commentare tutti quei soggetti che stanno speculando sul buon nome di mio padre, tirando su le solite illazioni fantasiose e ignoranti sulla questione dei vaccini, ma a loro ci ha già pensato la vita. Mio papà da ottobre scorso stava combattendo contro la leucemia.

Infine, Emma Marrone ha voluto lanciare un potente messaggio:

A tutte le persone che in questi giorni mi stanno chiedendo come possono aiutarmi, ebbene qualcosa da fare c’è: andate sul sito di ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo) e informatevi su come diventare donatori di midollo osseo. Perché questo Paese ha bisogno di più donatori. Aiutare gli altri significa veramente aiutare se stessi. Più siamo e più vite possiamo salvare nel minor tempo possibile. Ecco cosa dobbiamo fare tutti. Per noi, per la vita.

Chi può donare il midollo

Il trapianto di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche consente di curare numerose malattie, fra cui leucemie, linfomi, mielomi, talassemie, disordini congeniti dell’età pediatrica e, in alcuni casi, anche malattie autoimmuni e tumori solidi.

Ma chi può donare il midollo osseo? Bisogna avere dei requisiti per farlo? Sulla delicata questione ci sono ancora parecchi dubbi, proviamo a fare chiarezza.

Come specificato dall’associazione ADMO, per diventare donatore di midollo bisogna:

  • avere un’età compresa tra i 18 e 35 anni
  • Avere un peso corporeo di almeno 50 kg
  • Godere di buona salute

La disponibilità del donatore rimane valida fino al raggiungimento dei 55 anni. Dopo questa soglia di età, stabilita da una legge italiana, è possibile che un donatore abbia patologie (cardiologiche, per esempio) per le quali non è opportuno che si sottoponga alla procedure di donazione.

Inoltre andare a ritrovare un donatore iscritto magari 20-30 anni prima, informarlo nuovamente e studiare la sua situazione clinica nel dettaglio può richiedere diversi giorni. – spiega l’associazione – Se poi egli non risulta idoneo, il risultato finale è una perdita di tempo prezioso. Per un paziente bisognoso, infatti, anche una sola settimana di ritardo può in alcuni casi influenzare la prognosi finale. La regola dei 55 anni ovviamente non vale per i donatori familiari (fratelli HLA-identici), che vengono studiati per la loro idoneità indipendentemente dall’età anagrafica.

Come diventare donatori

Chi vuole diventare donatore puà compilare un questionario anamnestico sullo stato di salute generale e sottoscrivere il consenso informato. Sarà il medico ematologo/trasfusionista valuta, in base alle risposte date al questionario, l’idoneità all’iscrizione. Nel caso in cui venga riconosciuta l’idoneità si procede o con un semplicissimo prelievo di materiale biologico (sangue o saliva, secondo le circostanza).

Non occorre impegnativa medica, basta presentare la tessera sanitaria e/o un documento d’identità e per il prelievo di sangue non è necessario il digiuno. Il campione di sangue o di saliva viene analizzato per ottenere la tipizzazione HLA del potenziale donatore che, da quel momento, sarà ufficialmente iscritto al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR).

Nel Registro vengono conservati i dati relativi alla tipizzazione, indispensabili per individuare la compatibilità tra donatore e ricevente. La privacy del donatore è però protetta da anonimato (il donatore è infatti identificato da un codice) e solo il medico del Centro Donatori che ha arruolato il donatore conoscere il suo vero nome e le sue generalità. – si chiarisce sul sito di ADMO – In caso di riscontro di un primo livello di compatibilità con un paziente che ha indicazione ad eseguire un trapianto di midollo, il donatore è richiamato per per effettuare indagini più approfondite con l’obiettivo di confermare la compatibilità con il paziente, e valutare in modo adeguato la sua idoneità alla donazione stessa.

In che modalità avviene il prelievo del midollo? È una procedura dolorosa?

Il prelievo del midollo osseo viene effettuato in un centro autorizzato, in anestesia generale (sedazione profonda) o epidurale e dura circa 45-60 minuti. Il midollo viene prelevato in maniera diretta dalle ossa del bacino (creste iliache posteriori) con l’aiuto di una siringa munita di ago. La quantità di sangue midollare che viene prelevata varia in funzione del peso del ricevente (0,7-1 litro), ovviamente senza poter mai superare una dose di sicurezza determinata dal peso del donatore.

Dopo il prelievo il donatore è tenuto solitamente sotto controllo per circa 24-36 ore prima di essere dimesso. È consigliato, quindi, un periodo di riposo precauzionale di 4-5 giorni. Il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in 7-10 giorni.

Sono ancora molte le persone che hanno delle reticenze per paura dei rischi o del dolore. In realtà, la procedura prevede dei rischi minimi legati all’anestesia e alla modalità di raccolta, che vengono affrontati con il donatore prima della donazione. Le persone a rischio anestesiologico non vengono candidate alla donazione proprio per essere tutelate. È bene chiarire, inoltre, che nella maggior parte dei casi la donazione avviene da sangue periferico e non da creste iliache (ovvero le ossa del bacino).

Infine, bisogna sfatare un mito ancora abbastanza diffuso: durante il prelievo non si sente dolore. È bene sapere, però, che per qualche ora/giorno (in relazione anche all’attività fisica svolta) si può avvertire un dolore sordo, piuttosto lieve, che si può alleviare grazie ad un normale antidolorifico.

Per altre delucidazioni sulla donazione del midollo vi consigliamo di consultare il sito di ADMO.

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Fonti: Emma Marrone/ADMO

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