Quando una nostra amica o una parente aspetta un bambino, diventiamo immediatamente tutti più premurosi per la sua salute e per quella del suo bebè. Solitamente ci assicuriamo che i cibi che cuciniamo e portiamo in tavola siano di qualità, ben cotti e genuini, evitiamo di fumare in sua presenza, evitiamo di farla agitare o di accendere lo stereo ad un volume troppo alto per non alterare il suo umore e non compromettere la sua salute, ma – a quanto pare – la salute delle donne incinta è messa in pericolo da cose ben più pericolose: 163 sostanze chimiche dannose, in alcuni casi addirittura vietate.
Quando una nostra amica o una parente aspetta un bambino, diventiamo immediatamente tutti più premurosi per la sua salute e per quella del suo bebè. Solitamente ci assicuriamo che i cibi che cuciniamo e portiamo in tavola siano di qualità, ben cotti e genuini, evitiamo di fumare in sua presenza, evitiamo di farla agitare o di accendere lo stereo ad un volume troppo alto per non alterare il suo umore e non compromettere la sua salute, ma – a quanto pare – la salute delle donne incinta è messa in pericolo da cose ben più pericolose: 163 sostanze chimiche dannose, in alcuni casi addirittura vietate.
È quanto emerge da uno studio reso noto sulla rivista Environmental Health Perspectives dai ricercatori dell’University of California di San Francisco. Gli studiosi sono arrivati a questa conclusione dopo aver esaminato 268 donne – rimaste incinte tra il 2003 e il 2004 – nelle quali hanno scoperto la presenza di molte sostanze usate per la realizzazione di prodotti utilizzati nella vita di tutti i giorni.
Qualche esempio? Pentole antiaderenti, prodotti alimentari lavorati e prodotti per l’igiene personale.
In quasi tutte le donne prese in considerazione (percentuale compresa tra il 99 e il 100% del campione) i ricercatori hanno rilevato la presenza di bifenili policlorurati (PCB), utilizzati per la realizzazione di vernici, lacche e materiali sigillanti, i pesticidi organoclorurati (usato per fare il DDT, vietato negli Stati Uniti dal 1972), i composti perfluorinati (PFC) presenti nel teflon, con cui vengono prodotte le padelle antiaderenti, ma anche gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che vengono immessi nell’atmosfera dalle combustioni industriali e degli autoveicoli, il perclorato, gli eteri di difenile polibromurato (PBDE), utilizzati come ritardanti di fiamma e attualmente vietati in molti Paesi, e ancora il bisfenolo A (BPA), presente nelle lattine di metallo per alimenti, che può aiutare lo sviluppo del cancro e di problemi al cervello e per questo bandito da poco in Europa nella produzione di biberon per bambini.
“Molte di queste sostanze chimiche presenti nelle donne in gravidanza hanno le stesse concentrazioni che, in altri studi, sono state associate a effetti negativi nei bambini – ha detto Tracey Woodruf, primo autore dello studio scientifico sulla presenza di queste sostanze nel corpo delle donne-. L’esposizione a più sostanze chimiche può, inoltre, aumentare il rischio di risultati negativi per la salute e può avere un impatto maggiore di esposizione rispetto a una sola sostanza chimica“.
Alla luce di tali risultati che evidenziano come le sostanze tossiche possono essere assorbite dall’organismo, invitiamo tutti a rileggere l’articolo sui 10 prodotti cancerogeni da eliminare dalle vostre case.
Per approfondire ecco il link allo studio: Environmental Health Perspectives