Un team di ricercatori è riuscito a creare delle compresse di insulina in grado di agire sui livelli di zucchero nel sangue. Si tratta di compresse con pellicole bioadesive in grado di sciogliersi in bocca e rilasciare insulina direttamente nel fegato
Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Scientific Reports, la produzione di nanoparticelle di insulina secca, attraverso l’essiccazione a spruzzo, può aprire la porta a forme di dosaggio come compresse orali o pellicole bioadesive.
Nel documento, i ricercatori dell’Università della British Columbia hanno valutato come l’essiccazione a spruzzo e la liofilizzazione influenzano le strutture delle nanoparticelle caricate di insulina, sia con che senza mannitolo come crioprotettori.
Quindi, il team ha condotto la ricerca per determinare il modo migliore per creare nanoparticelle di insulina secca, che non sarà iniettata.
Il professor Anubhav Pratap-Singh, ricercatore principale dello studio ha affermato che:
Le compresse miglioreranno la qualità della vita e la salute mentale di oltre 9 milioni di diabetici di tipo 1 in tutto il mondo.
Mentre i ricercatori vedono la tecnologia di liofilizzazione come un grande traguardo per la creazione di nanoparticelle di insulina, al tempo stesso, hanno identificato il basso contenuto di carico come una limitazione che ostacola la somministrazione orale.
Il basso contenuto di carico di insulina deriva dal fatto che i crioprotettori occupano la maggior parte delle nanoparticelle.
Alla luce di questa limitazione, il team ha identificato l’essiccazione come un modo alternativo per produrre nanoparticelle stabili e con un elevato contenuto di insulina.
Questi risultati suggeriscono che l’insulina prodotta dall’essiccazione senza mannitolo, può essere più adatta per l’elaborazione di altre forme di dosaggio, ossia compresse orali o pellicole bioadesive.
In conclusione, quindi, il nuovo metodo sviluppato ma ancora in fase di ricerca consiste in compresse che non vanno inghiottite, bensì sciolte in bocca tra la gengiva e la guancia. In questo modo, sfruttando la mucosa boccale, l’insulina arriverebbe al fegato in modo diretto e senza decomporsi.
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Fonte: Nature Scientific Report
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