Secondo uno studio recente, l’antidolorifico diclofenac potrebbe essere associato ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari.
Secondo uno studio recente, gli antidolorifici a base di diclofenac potrebbero essere associati ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, come infarto e ictus. Il rischio sembra essere più alto non solo rispetto a nessun utilizzo, ma anche rispetto ad alcuni dei suoi sostituti.
Diclofenac è un principio attivo che riduce l’infiammazione e il dolore. Comunemente usato per trattare una vasta gamma di dolori, a seconda del paese e del tipo di farmaco in cui si trova, è disponibile al banco o richiede una prescrizione. Ma gli autori di un nuovo studio sostengono che il diclofenac non dovrebbe essere autorizzato come farmaco da banco o per lo meno dovrebbe essere accompagnato da opportuni avvertimenti. Perché?
Già “accusato” di rientrare tra i principi attivi non esattamente benefici per la nostra salute, il diclofenac sarebbe associato anche a un aumentato rischio di eventi cardiaci avversi quali battito cardiaco irregolare o accelerato, ictus ischemico, insufficienza cardiaca e infarto. Esempi di medicinali a base di questa sostanza sono, solo per citarne alcuni:
- Deflamat ®
- Voltaren Emulgel ®
- Flector ®
- Dicloreum ®
- Solaraze ®
Il diclofenac fa parte di una classe di antidolorifici chiamati farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). I FANS più importanti sono l’aspirina, l’ibuprofene e il naprossene, tutti disponibili al banco nella maggior parte dei paesi.
Anche se questi farmaci sono generalmente efficaci non solo nel ridurre il dolore e l’infiammazione ma anche nel prevenire alcuni coaguli di sangue, hanno alcuni noti effetti collaterali che dipendono dal farmaco specifico e che includono in gran parte un aumento del rischio di ulcere e sanguinamenti gastrointestinali, nonché di infarto e malattie renali.
Nel nuovo studio condotto all’Università di Aarhus, in Danimarca, si sono esaminati proprio i rischi cardiovascolari del diclofenac rispetto agli altri farmaci antinfiammatori non steroidei (in inglese: Non-Steroidal Anti-Inflammatory Drugs NSAIDs) e risultati includevano dati per oltre 6,3 milioni di adulti in Danimarca con almeno un anno di prescrizioni.
Tuttavia, i ricercatori sottolineano che, mentre il rischio relativo è aumentato in modo significativo, il rischio complessivo era ancora piuttosto basso. Inoltre, è importante notare che questo è uno studio osservazionale, quindi non è stata stabilita alcuna relazione causa-effetto. Ma anche su queste basi, i ricercatori raccomandano l’uso di analoghi antidolorifici che non presentino un rischio maggiore.
“Il trattamento del dolore e dell’infiammazione con i FANS può essere utile per alcuni pazienti per migliorare la qualità della vita nonostante i potenziali effetti collaterali – scrivono. Ma, considerando i suoi rischi cardiovascolari e gastrointestinali, è poco giustificato iniziare il trattamento con diclofenac prima di altri FANS tradizionali”.
Prima altri FANS e poi magari il diclofenac, dunque, se proprio non si riesce a fare a meno dei farmaci. Ma ricordate che prima ancora ci sono una miriade di rimedi naturali, come nel caso del mal di schiena o di alternative al cortisone.
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Germana Carillo