Come riconoscere una diastasi addominale? Quali sono i sintomi e ci sono rimedi oltre all’intervento chirurgico?
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Come riconoscere una diastasi addominale? Quali sono i sintomi e ci sono rimedi oltre all’intervento chirurgico?
La diastasi addominale o, per completezza, diastasi dei retti addominali, è un problema che riguarda molte donne subito dopo una gravidanza, ma può interessare anche alcuni bebè appena nati.
La diastasi addominale altro non è che la separazione dei due muscoli retti addominali, ossia delle due fasce muscolari del muscolo retto addominale. Come si riconosce ? Quali problemi comporta oltre al discorso estetico? Come intervenire?
Se nei neonati la diastasi è dovuta a un mancato o incompleto sviluppo del muscolo retto addominale, nel post-parto la causa è soprattutto un vero e proprio stiramento del muscolo retto addominale, dovuto all’utero in continua crescita.
Va detto che questo distacco può già avvenire negli ultimi tre mesi della gestazione per il crescente peso del piccolo.
Cos’è la diastasi addominale
“Linea alba” vi dice qualcosa? Ebbene, essa è formata da tessuto connettivo, poco elastico ma molto resistente che però, quando si dilata, può non tornare alle condizioni iniziali. Dopo il parto, l’elasticità e la densità dei tessuti devono riprendere i valori iniziali e anche la profondità del “buco” e le sue dimensioni devono diminuire. Quando la distanza tra la fascia destra del retto addominale e quella sinistra è superiore a 20-25 mm si parla di diastasi addominale, che è tuttavia un processo fisiologico se si risolve entro 12 mesi dal parto.
Si tratta in pratica dell’eccessivo allontanamento della parte destra dalla parte sinistra del muscolo retto addominale. Le due parti si distaccano a tal punto da allontanarsi dalla linea mediana che passa per l’addome. Come succede? Man mano che il feto aumenta di dimensioni va ad esercitare una pressione via via maggiore all’interno dell’addome e non solo: anche un equilibrio ormonale scombinato influisce sull’assottigliamento maggiore dei tessuti connettivi, favorendo il distacco.
C’è da sapere che i retti addominali (esiste uno destro e uno sinistro) sono i principali muscoli della parete addominale anteriore, separati solo dalla cosiddetta linea alba o linea mediana, una fascia sottile di tessuto connettivo che non nervi né vasi sanguigni, che si sviluppa longitudinalmente da sotto lo sterno alle ossa del bacino.
Il retto addominale origina dal margine superiore del pube fino al processo xifoideo dello sterno e si sviluppa nella cartilagine costale della V, VI e VII costa della gabbia toracica (Fonte).
È per questo che la diastasi addominale riguarda generalmente le donne che hanno avuto una gravidanza e il conseguente stiramento del muscolo retto addominale compiuto dall’interno dall’utero che man mano aumenta di volume. Perché sia diagnostica diastasi addominale, il muscolo retto addominale destro si deve trovare a una distanza dal muscolo retto addominale sinistro di almeno 2 centimetri.
Nella maggioranza dei casi, inoltre, dopo un primo periodo di elasticità, la densità dei tessuti riprenderà i valori iniziali e la separazione del muscolo retto addominale si risolve spontaneamente entro le prime 8/12 settimane dopo il parto.
In caso contrario, si può ricorrere a una addominoplastica (nel caso dei neonati, si procede a un intervento di ernia ombelicale o ventrale).
Cause
L’allontanamento dei due muscoli retti dell’addome, che provoca un cedimento della fascia che li congiunge longitudinalmente può essere un processo del tutto normale nel corso di una gravidanza.
Tuttavia, ci possono essere dei fattori di rischio che favoriscono maggiormente la creazione di una diastasi addominale, come:
- gravidanze precedenti
- età della gestante superiore ai 35 anni
- eccessivo peso del feto
- gravidanza gemellare
Inoltre, altre cause che favoriscono l’insorgere di una diastasi sono:
- obesità
- indebolimento muscolare
- eccessiva attività fisica
- altre malattie che provocano conati intensi di vomito
- tosse cronica
In ogni caso, ricordate che una diastasi è sì il più delle volte una questione estetica, ma può comunque provocare importanti alterazioni nella meccanica del bacino e quindi problemi su anche, bacino e schiena.
È possibile prevenire la diastasi addominale?
Sicuramente durante i nove mesi di gestazione si più ridurre anche a zero la possibilità di procurarsi una diastasi dei muscoli retti addominali con alcuni semplici accorgimenti:
- fare gli esercizi di Kegel per potenziare e allenare i muscoli del pavimento pelvico
- correggere la postura quando si cammina e quando ci si siede (schiena dritta e piedi ben appoggiati a terra)
- eseguire una moderata attività fisica senza sforzi eccessivi e con determinati esercizi per attivare e rinforzare la parete addominale. Ma in questo caso fatevi seguire da uno specialista
- evitare la ginnastica hipopressiva integrale
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Sintomi e come riconoscerla
Guardare la pancia e valutare la sua “forma” è la prima cosa da fare: se l’addome continua a rimanere gonfio, con l’ombelico che sporge, anche dopo 5-6 mesi dal parto, è probabile che si sia verificata una diastasi addominale.
Un segnale molto evidente è anche la cosiddetta “pinna” (facilmente riconoscibile anche nei neonati), una specie di cresta che si forma in corrispondenza della linea alba, che è ben visibile se si esegue una flessione addominale sdraiate sulla schiena (il “crunch”).
Infine, si può semplicemente calcolare la distanza fra le due fasce muscolari inserendo le dita nel solco sulla pancia e misurandone le dimensioni (VIDEO di autovalutazione sotto)
Altri sintomi di diastasi addominale sono:
- dolori alla schiena, alle anche e al bacino
- senso di pesantezza al pavimento pelvico
- incontinenza
- ernia
- gonfiore
- nausea
- difficoltà digestive e respiratorie
- peristalsi molto evidente a occhio nudo
- iperlordosi
Test fai da te e autovalutazione (VIDEO)
È chiaro, dunque, che verificare in completa autonomia se c’è una diastasi è molto semplice. Online si trovano molti tutorial e video esplicativi. Quello che vi basterà fare è:
sdraiarvi supine con le ginocchia piegate e piedi a terra, mettere una mano dietro alla testa e l’altra sopra il muscolo addominale, tenendo le dita sopra la linea mediana e parallele alla linea della vita, esattamente all’altezza dell’ombelico. Mantenendo il muscolo addominale rilassato, premete appena un po’ con le dita e sollevate il capo e le spalle dal terreno con un “crunch” senza contrarre il muscolo retto addominale. A questo punto muovete in senso laterale (destra e sinistra) alla ricerca delle pareti del muscolo.
Questa contrazione ha come scopo l’avvicinamento tra anca e gabbia toracica: se viene eseguita in modo corretto, a mano a mano che la contrazione aumenta, si dovrebbe notare una diminuzione del “foro”.
Qui sotto un prezioso video di autovalutazione di diastasi addominale (Diastasi Donna):
Se la separazione misura più di due/tre dita, non diminuisce quando contraete i muscoli addominali, e notate anche come la fuoriuscita di una escrescenza, allora la diastasi è presente. Consultate in questo caso il vostro medico.
Esercizi consigliati
Gli esercizi riguardano per lo più la prevenzione prima e durante la gravidanza (vedi il capitolo Prevenzione). Dopo il parto, in genere la diastasi addominale non richiede alcun trattamento, perché tende a risolversi da sé.
In ogni caso, si tratta di un processo di “auto-guarigione” che comunque secondo alcuni esperti si può accelerare con alcuni esercizi orientati alla tonificazione del muscolo trasverso dell’addome, che è quello situato più in profondità ed è il principale muscolo nell’azione di contenimento dei visceri, per poi proseguire con esercizi che includano anche gli addominali più in superficie, i retti, orientati al ripristino di elasticità e tonicità.
L’intervento chirurgico
Ci sono però eccezioni di donne che hanno avuto più gravidanze e per loro si rende necessaria una sutura della linea alba, con un intervento di addominoplastica, dopo il quale rimarrà solo un cicatrice simile a quella di un parto cesareo. Alcune regioni italiane passano l’intervento con il Sistema Sanitario Nazionale. Qui c’è un elenco degli ospedali che operano in SSN.
I movimenti da non fare
Sarebbe da evitare qualsiasi movimento che metta in tensione il muscolo retto addominale, come lo stretching e imovimenti che imprimono un’espansione al muro addominale, come:
- rotazioni del busto
- posizione supina sulla fitball
- addominali che mettono in tensione le fasce muscolari di superficie
- il trasporto di oggetti pesanti
- attacchi violenti di tosse
Infine, moltissimi consigli utili potete trovarli su Diastasi Donna che è l’associazione che segue le donne affette da diastasi dei retti addominali. Su Facebook sono presenti anche diversi gruppi per confrontarsi su questo problema come, ad esempio, Diastasi Italia
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Germana Carillo