Diabete e pressione alta sviluppati durante la mezza età (40-64 anni) aumentano il rischio demenza
Chi soffre di pressione alta e diabete, in particolare nella fascia d’età che va dai 40 ai 64 anni, sarebbe più soggetto ad incorrere nella demenza. La scoperta è di un nuovo studio pubblicato su Neurology.
Per arrivare a questa conclusione, gli scienziati della Mayo Clinic di Rochester, guidati da Rosebud O. Roberts, hanno coinvolto un ampio gruppo di persone: 72 di esse avevano sviluppato il diabete tra i 40 e i 64 anni, 142 invece l’avevano rilevato successivamente e 1.192 pazienti erano sani. In riferimento alla pressione alta, invece, 449 partecipanti l’avevano fin dalla mezza età; 448 l’avevano sviluppata solo in vecchiaia e 369 non l’avevano affatto.
Tutte le persone sono state sottoposte a scansioni cerebrali per vedere se si potevano rilevare marcatori di eventuali danni cerebrali e dunque fattori di rischio per sviluppare la demenza, tenendo presente però che nessuno di essi aveva mai riscontrato fino a quel momento problemi legati a memoria o altre funzioni cognitive.
Quello che hanno notato i ricercatori è che, coloro che avevano sviluppato il diabete durante la mezza età avevano un volume del cervello più basso in media del 2,9% e nella zona dell’ippocampo la riduzione era addirittura del 4%. In questo gruppo quindi, a causa della perdita di preziose cellule cerebrali, cresceva il rischio di incorrere in problemi come appunto la demenza. Marcatori simili si sono riscontrati anche in chi aveva sviluppato pressione alta nella mezza età.
Così ha concluso la dottoressa Roberts, membro di AAN (American Academy of Neurology): «Se siamo in grado di prevenire o controllare il diabete e la pressione del sangue alta nella mezza età siamo in grado di prevenire o ritardare il danno cerebrale che si verifica decenni più tardi e porta alla perdita di memoria, problemi di pensiero e la demenza».
Francesca Biagioli
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