Demenza: fare una camminata veloce ha un effetto incredibile sul cervello

Secondo una recente ricerca per ridurre il rischio di declino cognitivo e, di conseguenza, di demenza basterebbe fare anche solo 4000 passi. Secondo i ricercatori questi dati sostengono l'importanza di uno stile di vita attivo come antidoto al declino cerebrale

Fare dai 3.800 ai 9.800 passi ogni giorno potrebbe ridurre il rischio di declino mentale, questo è quanto risulta da un nuovo studio.

Nello specifico, secondo i ricercatori una corsa lenta oppure una camminata veloce possono ridurre il rischio di Alzheimer; in più, dai dati è emerso che le persone che facevano anche solo 3.800 passi al giorno, a qualsiasi velocità, hanno ridotto del 25% il rischio di declino cognitivo.

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Lo studio

Lo studio, pubblicato su JAMA Neurology, ha analizzato i dati di oltre 78.000 persone di età compresa tra 40 e 79 anni che indossavano accelerometri da polso. I ricercatori hanno contato il numero totale di passi al giorno di ciascuna persona e li hanno quindi suddivisi in due categorie: meno di 40 passi al minuto, e più di 40 passi al minuto.

Hanno anche controllato età, etnia, istruzione, sesso, stato socio-emotivo e quanti giorni hanno indossato un accelerometro, i ricercatori hanno anche preso in considerazione variabili riguardanti lo stile di vita come cattiva alimentazione, fumo, uso di alcol, uso di farmaci, problemi di sonno e una storia di problemi cardiovascolari.

Dai dati è emerso che chi faceva 9.826 passi al giorno aveva il 50% in meno di probabilità di sviluppare demenza entro sette anni.

Questi numeri suggeriscono che uno stile di vita attivo è la chiave per proteggerci dal rischio di malattie neurodegenerative.

Lo studio aveva alcune limitazioni: prima di tutto era solo osservazionale, quindi non può stabilire una causa ed effetto diretto tra il camminare e un minor rischio di demenza. Inoltre, la fascia di età dei partecipanti potrebbe aver portato a casi limitati di demenza, il che significa che i risultati potrebbero non essere generalizzabili alle popolazioni più anziane.

Ma, pur concordando sul fatto che i risultati non possono essere interpretati come causa ed effetto diretti, le prove crescenti a sostegno dei benefici dell’attività fisica per il mantenimento di una salute cerebrale ottimale non possono più essere ignorate.

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Fonte: JAMA Neurology

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