I Pfas sono presenti in molti oggetti di uso quotidiano nelle nostre case e persino in frutta, verdura e acqua potabile, ma possiamo comunque prendere alcune misure per ridurre la nostra esposizione a queste sostanze tossiche
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Ormai li conosciamo quasi tutti e noi di GreenMe ne parliamo sempre più spesso vista la diffusione e la pericolosità. Ci riferiamo ai Pfas, sostanze per- e polifluoroalchiliche, un gruppo di composti chimici utilizzati in una vasta gamma di prodotti di consumo per la loro capacità di resistere all’acqua, all’olio e alle macchie.
Questi composti sono ormai tristemente noti per la loro persistenza nell’ambiente e nel corpo umano, e sono stati collegati a vari problemi di salute, tra cui cancro, danni al fegato e ridotta immunità.
Purtroppo anche le nostre case ne sono piene, l’esempio per eccellenza sono le padelle antiaderenti, ma Pfas possono essere presenti anche in molti altri oggetti che usiamo comunemente (cosmetici, giacche impermeabili, prodotti per la pulizia della casa, ecc.) e perfino nell’acqua di rubinetto.
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Come possiamo tutelarci nell’attesa che l’Ue prenda provvedimenti più stringenti in merito a queste sostanze?
Ridurre l’esposizione ai Pfas nella nostra casa è possibile seguendo alcuni accorgimenti pratici e cambiando alcune abitudini quotidiane.
Una giornalista del Guardian, Samira Shackle, si è posta l’obiettivo di trovare sostituti “sicuri” per quanti più articoli domestici possibile, una stanza alla volta. I consigli utili che emergono dalla sua “sfida” contro i Pfas li potremmo riassumere così…
Come limitare i Pfas in cucina
- Padelle e pentole antiaderenti: questi oggetti che usiamo comunemente per cucinare sono una delle principali fonti di Pfas. Attenzione alle etichette fuorvianti: se un prodotto è etichettato come privo di PFOA o PFC ciò si riferisce solo al numero esiguo di Pfas vietati a livello globale. Cosa fare allora? Sostituire o quanto meno alternare le padelle antiaderenti con modelli in acciaio inossidabile, ghisa o ceramica
- Imballaggi alimentari: evitare l’uso di carta oleata, pellicole per alimenti e sacchetti per panini che possono contenere Pfas, banditi anche i contenitori del take away (compresi cartoni per la pizza) e dei fast food. Optare il più possibile per contenitori in vetro o acciaio inossidabile
- Acqua del rubinetto: filtrare l’acqua del rubinetto con un filtro specifico per Pfas può rimuoverne la gran parte (fino ad oltre il 90% di queste sostanze)
- Frutta e verdura: lavare accuratamente frutta e verdura per rimuovere il più possibile eventuali residui di pesticidi contenenti Pfas. Preferire, ogni volta che è possibile, prodotti biologici
Bellezza e igiene personale
- Cosmetici: molti prodotti per il make up, soprattutto quelli waterproof, contengono Pfas. È bene scegliere prodotti di cosmesi naturale, alcuni marchi tradizionali offrono anche linee senza Pfas
- Carta Igienica: anche la carta igienica può contenere Pfas, motivo in più per utilizzare marchi ecologici
- Prodotti per bambini: evitare prodotti per bambini resistenti all’acqua o alle macchie e preferire marchi che dichiarano l’assenza di Pfas nei loro prodotti
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Pulizia della casa
- Detergenti per la casa: molti detergenti contengono Pfas, è quindi importante utilizzare il più possibile prodotti ecologici e privi di sostanze chimiche tossiche. La cosa principale a cui prestare attenzione negli elenchi degli ingredienti è il prefisso “polyfluoro” ma questo potrebbe non essere sempre semplice, dato che non c’è l’obbligo di scrivere tutti gli ingredienti sulla confezione
- Pulizia quotidiana: per la pulizia quotidiana delle superfici, usare sapone neutro e acqua calda
Vestiario
Da non sottovalutare la presenza di Pfas nei vestiti e nelle giacche che usiamo. Ecco come limitare i rischi:
- Abbigliamento: gli indumenti impermeabili o resistenti alle macchie spesso contengono Pfas, iniziano però ad esistere anche capi che non usano queste sostanze, come ben pubblicizzato sull’etichetta di alcune marche
- Attrezzatura sportiva: optare per abbigliamento sportivo senza Pfas e in generale preferire fibre naturali come la lana e il cotone
Insomma, come avrete capito, ogni giorno siamo in contatto con fonti di Pfas al di fuori del nostro controllo ma ridurre l’esposizione tramite ciò che possiamo gestire è comunque un passo significativo da fare. In realtà, dovrebbe spettare ai nostri decisori mettere in atto le strategie per proteggere al meglio le persone. Quando si muoverà l’Europa in questo senso?
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Fonte: Guardian
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