Dalla melatonina ai sonniferi: ti spieghiamo quali sono i farmaci e i rimedi naturali contro l’insonnia che funzionano davvero

Chi soffre di insonnia può avere difficoltà ad addormentarsi o risvegli frequenti. Ma i prodotti che promettono di far riposare meglio funzionano davvero? A rispondere a questa domanda è la rivista dei consumatori francesi Que Choisir che fa il punto sui più diffusi trattamenti (naturali e non)

L’insonnia, per chi ne soffre più o meno regolarmente, è una vera tortura. Non riposare bene la notte significa poi avere minore energia psicofisica il giorno seguente, con tutte le conseguenze che ciò comporta, per esempio sul lavoro.

Non stupisce, quindi, che molte persone si mettano alla ricerca di qualche trattamento che possa aiutarle a dormire meglio. Tanti i rimedi disponibili sia in farmacia che erboristeria, più o meno naturali, o alle volte veri e propri medicinali da acquistare tramite prescrizione medica.

Ma tra le varie proposte quali sono davvero efficaci? A fare il punto sono gli esperti della rivista francese Que Choisir che hanno valutato i rischi e i benefici dei principali trattamenti contro l’insonnia.

Si va dai farmaci da banco fino a rimedi naturali sotto forma di capsule, tisane, sciroppi, compresse, polveri o anche stick, soli o in combinazione con un altro rimedio diffusissimo: la melatonina.

In erboristeria, oltre ai classici biancospino, valeriana, melissa e luppolo, ora sono disponibili anche delle piante diventate particolarmente popolari negli ultimi anni come la Rhodiola, la Griffonia e l’Eschscholtzia.

Gli esperti francesi scrivono:

Nonostante questa abbondante offerta, sono pochi i prodotti in grado di dare sollievo. Inoltre, nel 2006 sono stati rimossi dal listino i medicinali a base di erbe, a causa del basso beneficio medico reso. La maggior parte naviga su un uso tradizionale riconosciuto dalle autorità, ma scarsamente stabilito scientificamente. Un’altra opzione, l’uso della melatonina si basa su prove deboli e marketing aggressivo.

Ma scopriamo meglio i diversi trattamenti contro l’insonnia.

Melatonina

La melatonina è sicuramente uno dei rimedi più utilizzati contro l’insonnia. Si tratta di un ormone che l’organismo umano produce naturalmente e il cui ruolo è quello di sincronizzare il nostro orologio biologico con il ciclo giorno-notte.

Alla fine della giornata, quando la luce diminuisce, il cervello ne secerne di più ed è proprio questo il segnale per il nostro corpo che è arrivata l’ora del riposo.

Ora la melatonina viene prodotta anche sinteticamente nei laboratori e questa dovrebbe aiutare gli insonni a trovare finalmente riposo.

Tuttavia, non è stata fornita alcuna prova di questo effetto. Come integratore alimentare (a una concentrazione inferiore a 2 mg) o come farmaco (a dosaggi più elevati), la melatonina ha mostrato una leggera diminuzione del tempo di insorgenza del sonno. Ma non diminuisce il numero dei risvegli notturni né aumenta la durata del sonno – scrive Que Choisir.

Le autorità europee hanno concesso ai produttori di scrivere in etichetta che la melatonina riduce il tempo necessario ad addormentarsi e agisce sul jet-lag.

Secondo gli esperti francesi, però, è un rimedio non molto utile e che può presentare effetti indesiderati numerosi e documentati come:

  • sonnolenza
  • mal di testa
  • eruzioni cutanee
  • disturbi digestivi
  • disturbi del ritmo cardiaco

La melatonina non è raccomandata per le donne incinte o che allattano, così come per le persone che soffrono di una malattia autoimmune o infiammatoria.

Fitoterapia

A parte la valeriana, nessuna delle piante medicinali che la farmacopea elenca per le loro proprietà sedative, ha un’efficacia formalmente accertata sull’addormentarsi, la qualità del sonno o sulla sua durata, scrive Que Choisir.

La valeriana viene usata in automedicazione per lenire il problema di un’insonnia lieve.

È giusto. Nonostante studi di qualità disomogenea, costruiti su criteri di valutazione eterogenei, la radice di valeriana sembra accelerare l’addormentarsi e migliorare la qualità del sonno, a patto che venga assunta per diverse settimane. Consumarla una volta o per pochi giorni non è sufficiente. La sua azione sedativa è debole ma, visti i risultati, costituisce una buona alternativa ai sonniferi.

Il problema è che sugli scaffali ci sono tante marche, forme e dosaggi di questo rimedio naturale. Inoltre, l’etichettatura spesso non chiara, rende la scelta ancora più difficile.

Gli esperti di Que Choisir consigliano gli estratti secchi, ovvero quelli che vengono prodotti con un processo di estrazione in un solvente (acqua e/o alcool), che subisce poi l’evaporazione.

È nel residuo così ottenuto che si concentrano i principi attivi della pianta. La semplice polvere contiene valepotriati, sospettati di nocività. Il dosaggio giornaliero è compreso tra 400 e 600 mg. Una tisana sarà necessariamente meno dosata.

In quanto ai possibili effetti avversi, la valeriana ne ha davvero pochi, solo in alcuni casi può provocare mal di testa.

E cosa dire di biancospino, camomilla, eschscholtzia, luppolo, passiflora, tiglio e verbena?

Alcune di queste piante, come la passiflora, hanno mostrato attività sedativa o calmante nei topi. D’altra parte, nessuno studio clinico sugli esseri umani ha dimostrato alcun chiaro beneficio. Qualunque sia il processo, si presume che siano di minore interesse terapeutico. Questi prodotti però hanno un costo e, in tempi di inflazione, è una spesa aggiuntiva, per un risultato al massimo aneddotico. Tuttavia, in infusione, possono fornire un comfort che favorisce il sonno. Attenzione alle proprietà diuretiche della tisana: alzarsi più volte per andare in bagno rovina un buon riposo notturno.

Anche l’Eschscholtzia (o papavero della California) non ha dimostrato la sua efficacia ma si tratta di un rimedio innocuo, sconsigliato solo prima dei 18 anni. Ugualmente Griffonia e Rhodiola non hanno alcun beneficio sul sonno.

Prodotti a base di olio essenziale di lavanda, da assumere per via orale, sono offerti da alcuni marchi ma è più semplice trovare in vendita l’olio essenziale in boccetta da inserire in un diffusore, sfruttando i suoi effetti aromaterapici.

Ma gli esperti francesi “bocciano” anche questo rimedio naturale:

L’efficacia della lavanda sul sonno non è realmente stabilita. Se esiste, è attraverso una riduzione dell’ansia. Inoltre, l’olio essenziale di lavanda espone a disturbi digestivi.

Farmaci su prescrizione medica

In merito ai farmaci da prescrizione, la questione è ancora più delicata e di competenza strettamente medica, eppure la rivista francese esprime il suo giudizio anche sui trattamenti più noti di questa categoria.

Doxilamina

I medici a volte consigliano la doxilamina. Come si legge su Que Choisir:

L’attività della doxilamina sul sonno è indiscutibile. È un antistaminico, una classe usata principalmente nelle allergie, ma il suo effetto collaterale sedativo lo ha reso un farmaco contro l’insonnia. Questa è particolarmente utile per quanto riguarda la cosiddetta molecola di “mantenimento”, che si manifesta con prolungati risvegli notturni. Il suo punto di forza? Non provoca dipendenza. Tuttavia, i suoi effetti collaterali sono numerosi.

Di che effetti collaterali si tratta?

  • sonnolenza residua durante il giorno
  • rischio di caduta notturna – le cui conseguenze possono essere gravi per le persone anziane
  • bocca asciutta
  • stipsi
  • visione offuscata
  • confusione mentale

Inoltre, le persone a rischio glaucoma ad angolo chiuso o ritenzione urinaria non dovrebbero assumerla.

Farmaci Z

In merito ai farmaci Z (Zolpidem, Zaleplon e Zopiclone), gli esperti francesi sottolineano che inducono assuefazione e dipendenza.

L’effetto sul sonno quindi svanisce molto rapidamente, il che porta a una revisione del dosaggio. Interrompere il trattamento è difficile, a causa della dipendenza e della sindrome da astinenza che lo accompagna. Zolpidem è ora classificato come narcotico e richiede una prescrizione sicura. Notare altri effetti indesiderati: rischio di cadute e sonnolenza diurna, fattore di incidenti stradali.

Benzodiazepine

Le Benzodiazepine, poi, sono considerate come “l’ultima spiaggia” per alcuni casi di insonnia.

La rivista francese scrive:

Se le benzodiazepine migliorano l’addormentamento e allungano il sonno di un’ora (meno di 30 minuti nelle persone sopra i 60 anni), la tregua è di breve durata. Dopo due o quattro settimane, si verifica l’assuefazione, l’efficacia non è più la stessa. La dipendenza rende difficile smettere. Per questo l’assunzione dovrebbe, idealmente, essere puntuale e non superare mai un mese per gli ipnotici, tre per gli ansiolitici.

I possibili effetti collaterali sono significativi:

  • rischio di caduta nell’anziano
  • sonnolenza diurna che può incidere sulla guida (e mettere a rischio di incidenti stradali)
  • confusione
  • perdita di memoria

Quando il trattamento viene interrotto, soprattutto se è troppo lungo, è possibile che si verifichi un rimbalzo, con una recrudescenza di insonnia e manifestazioni di ansia. Se hai assunto benzodiazepine per molto tempo, consulta il tuo medico per interromperle gradualmente.

Antistaminici sedativi

Ci sono infine gli antistaminici sedativi – ormai soppiantati nelle allergie da molecole con effetti collaterali meno pronunciati – che hanno in comune con la doxilamina il fatto di non provocare assuefazione.

Presentano però possibili effetti collaterali come:

  • bocca asciutta
  • visione offuscata
  • occlusione intestinale
  • confusione
  • disturbi del ritmo cardiaco

E sono inoltre neurolettici con effetti quali:

  • tremori e rigidità
  • bassa libido
  • aumento di peso correlato all’aumento dell’appetito

Conclusioni

Gli esperti francesi concludono che:

Prima di scegliere uno di questi rimedi, è meglio provare a cambiare le proprie abitudini. E se l’insonnia persiste, andate a fare un consulto invece di intraprendere l’automedicazione, per capire se dietro le difficoltà a dormire non si nasconda una patologia, come la depressione o l’ipertiroidismo.

In un precedente articolo vi avevamo consigliato 5 semplici abitudini che potrebbero aiutarvi a dormire meglio. Leggi anche: Se non riesci a dormire o ti svegli sempre nel cuore della notte, prova a resettare il cervello con queste 5 mosse

Fonte: Que Choisir

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