In diversi solari c'è un filtro controverso, l'octocrylene, potenzialmente pericoloso in quanto si degrada in benzofenone. Le autorità tedesche hanno testato e misurato la presenza di questo contaminante in 170 creme, spray solari e protezioni per le labbra
Già tempo fa vi avevamo parlato dello studio che ha scoperto come un ingrediente spesso presente nelle creme solari, l’octocrylene, con il passare del tempo si trasforma in un’altra sostanza, il benzofenone, pericoloso in quanto possibile mutageno, cancerogeno ed interferente endocrino. Leggi anche: Attenzione a questo ingrediente presente nelle creme solari. Con il tempo si trasforma e può diventare pericoloso
A tornare sull’argomento, in vista della bella stagione in cui utilizzeremo frequentemente le creme solari, sono le autorità tedesche che consapevoli della trasformazione che subisce l’octocrylene all’interno delle protezioni solari, hanno deciso di misurare e testare il quantitativo di benzofenone in alcuni prodotti.
La CVUA ha testato 170 prodotti cosmetici solari tra cui creme per il corpo, creme per il viso e prodotti per la cura delle labbra. Di questi, 95 prodotti contenevano proprio il controverso octocrylene.
Come si legge nella loro indagine:
Il filtro UV organico octocrylene, utilizzato in numerosi prodotti cosmetici per la protezione dai raggi UV, può contenere benzofenone come impurità o degradarsi a benzofenone nel tempo. Attualmente si sta esaminando se il benzofenone sia potenzialmente cancerogeno per l’uomo.
In merito all’octocrylene, il regolamento Ue sui cosmetici stabilisce che può essere utilizzato nei prodotti come filtro UV in concentrazioni fino al 10%. Il benzofenone non può essere invece utilizzato ma è tollerato in quanto impurità del filtro UV approvato, appunto l’octocrylene.
Come ricordano le autorità tedesche:
Il comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori (SCCS) ha confermato la sicurezza dell’octocrylene in questo settore di applicazione in una dichiarazione lo scorso anno. In questa dichiarazione, il SCCS continua a chiedere che i livelli di benzofenone siano monitorati e mantenuti a livelli di traccia. Non è definito quali tracce di benzofenone debbano essere osservate dal punto di vista tossicologico. Sul mercato sono disponibili materie prime in octocrylene con un contenuto massimo di benzofenone di 200 mg/kg; ad una concentrazione di applicazione del 10%, ciò si traduce in un contenuto di benzofenone di 20 mg/kg nel prodotto finale.
I risultati
I solari che contenevano octocrylene tutti – nessuno escluso – presentavano anche tracce di benzofenone, in livelli variabili (tra i 5 mg/kg a 5130 mg/kg).
Gli esperti hanno diviso i campioni in base al contenuto di questo contaminante in:
- contenuto inferiore a 20 mg/kg (può provenire dalla materia prima anche se di buona qualità)
- contenuto tra 20 e 50 mg/kg (vicino al valore medio della distribuzione dei dati – mediana)
- contenuto tra 50 e 200 mg/kg (al di sotto del 90° percentile)
- contenuto con livelli superiori a 200 mg/kg (in questo caso le autorità tedesche hanno richiesti documenti di sicurezza)
Come scrivono gli esperti:
L’esame di 95 prodotti cosmetici mostra che la maggior parte dei prodotti contiene livelli inferiori a 50 mg/kg; tuttavia, alcuni prodotti si distinguono per il loro contenuto molto elevato di benzofenone.
Si specifica inoltre che:
Nel 90% dei campioni, il contenuto di benzofenone era inferiore a 196 mg/kg, il 10% era al di sopra di questo valore, noto come percentile del 90%. Questo percentile del 90% definisce il limite di controllo; per i livelli superiori, chiediamo alla persona responsabile di presentare il rapporto di sicurezza.
Dopo circa 6 mesi, il CVUA Karlsruhe ha riesaminato tutti i campioni per il benzofenone scoprendo che:
41 mg/kg di benzofenone era la media della distribuzione dei dati. Dieci campioni avevano livelli di benzofenone superiori al 90° percentile di 322 mg/kg.
In pratica, i risultati hanno confermato che il benzofenone – come in realtà era già noto – aumenta nel tempo. Motivo in più per non riutilizzare le creme solari che lo contengono e che abbiamo acquistato nella precedente stagione.
Come scrivono gli esperti tedeschi:
Si consiglia ai consumatori di non utilizzare prodotti per la protezione solare dopo che la loro durata di conservazione è scaduta. Per svolgere il loro effetto protettivo dai raggi UV, i filtri UV organici sono sostanze reattive che possono alterarsi o degradarsi durante lo stoccaggio. Se il prodotto non fornisce più la protezione UV desiderata, il danno alla pelle che ne deriva è sicuramente il maggior rischio per la salute.
Come difendersi
L’ideale sarebbe non acquistare cosmetici che contengono octocrylene che siano essi spray o creme solari (i livelli di benzofenone possono essere alti in entrambi i casi).
Dalle etichette, infatti, non è possibile sapere se si è già formato o meno benzofenone all’interno di quel prodotto, dato che si tratta di un ingrediente che si forma per degradazione del filtro UV.
L’Environmental Working Group (Ewg) promuove i filtri solari minerali, ossido di zinco e biossido di titanio, potremmo dunque scegliere creme solari che contengono i cosiddetti “filtri fisici”. Leggi anche: Creme solari, la lista delle più efficaci e sicure per adulti e bambini (e gli ingredienti pericolosi da evitare)
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: CVUA
Leggi anche:
- Questa è la migliore crema solare per il viso se hai la pelle sensibile, secondo un nuovo test inglese
- Quando bisogna iniziare a usare la crema solare? In troppi fanno questo errore (soprattutto con i bambini)
- Creme solari contaminate da benzene negli Usa: innocue per Johnson & Johnson, pericolose secondo l’Fda
- Crema solare avanzata dopo le vacanze estive? Non buttarla! Ecco i migliori trucchi per riutilizzarla
- Quanta crema solare dovresti usare esattamente sul viso?