Conosciuta anche come Mers-CoV o Sindrome respiratoria mediorientale, è un virus che noto da almeno 10 anni ma che non è mai riuscito realmente ad uscire dal Medio Oriente. Ma ora si teme per il rientro dei tifosi dai Mondiali in Qatar. In Australia già ci si è messi in guardia, ma in Italia?
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“Chiunque viaggi dal Medio Oriente, incluso il ritorno in Australia dopo aver partecipato alla Coppa del Mondo FIFA 2022, dovrebbe essere a conoscenza della sindrome respiratoria mediorientale”. Così riferisce il Ministero della salute australiano, parlando della cosiddetta “influenza del cammello”. Ma cos’è e in che misura dobbiamo preoccuparcene?
Tornata agli onori delle cronache proprio per i viaggi in questo periodo in Qatar e nota col nome di “Mers-CoV, sindrome respiratoria mediorientale”, è in realtà un’infezione conosciuta già dal 2012, che colpisce le vie respiratorie e appartiene alla famiglia dei coronavirus, come il virus responsabile del Covid, ed è malattia respiratoria rara, ma grave, che “si diffonde attraverso il contatto ravvicinato con cammelli portatori del virus o con una persona infetta, oppure consumando carne di cammello cruda o latte di cammello non pastorizzato”.
Come rende noto l’Organizzazione mondiale della sanità, la malattia può manifestare sintomi lievi alle vie respiratorie, ma in molti casi si registrano polmoniti gravi e anche decessi.
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Cos’è l’influenza del cammello
La Sindrome Respiratoria medio-orientale (Mers-CoV – Middle East respiratory syndrome coronavirus infection) è una malattia infettiva acuta causata da un virus zoonotico (in questo caso trasmesso dai dromedari) alle persone. L’origine del virus non è completamente chiara, ma, in base ai risultati dell’analisi del genoma virale, si ritiene che sia originato nei pipistrelli e successivamente, in un’era remota, trasmesso ai dromedari.
Generalmente la MERS causa una grave forma respiratoria acuta caratterizzata da febbre, tosse e difficoltà respiratoria. La polmonite è comune, ma non sempre presente. Sono inoltre stati segnalati sintomi gastrointestinali, come diarrea. In alcuni casi le persone infette erano asintomatiche. La mortalità è circa del 35%. La maggior parte dei casi umani è infettata in ambienti sanitari, attraverso la trasmissione da persona a persona. Ricerche scientifiche suggeriscono che i dromedari costituiscano il serbatoio del virus e possano infettare le persone.
Il virus si trasmette difficilmente da persona a persona, in assenza di contatti stretti, come ad esempio se ci si prende cura di un malato di MERS senza applicare le corrette misure di prevenzione. Le maggiori epidemie si sono verificate in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e in Repubblica di Corea, ma focolai minori della malattia sono stati riscontrati anche in altri Paesi.
I sintomi dell’influenza del cammello
Ricapitolando, quindi, i sintomi possono essere:
- febbre
- tosse
- difficoltà respiratoria
- sintomi gastrointestinali, come diarrea
- in alcuni casi polmonite
In Italia dobbiamo preoccuparci?
Secondo gli esperti, l’influenza del cammallo dal 2021 al novembre 2022 ha causato 2.600 contagi, con un tasso di letalità alto del 34-36%, ma si trasmette dal dromedario all’uomo e il 90% dei casi registrati quest’anno sono di questo tipo e non di trasmissione uomo-uomo. Ciò vuol dire che il rischio di contagio da chi torna in Italia dal Mondiale in Qatar è davvero poco probabile
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Fonte: Ministero della salute
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