Si chiama "terapia larvale" e alcuni dati dimostrerebbero che per il trattamento di ferite difficili da guarire sarebbe in costante aumento. Perché ricorrere ai vermi? Per l’antibiotico resistenza, ovvio, ma non tutti ne sono convinti
Soltanto in Italia ci ammaliamo di più rispetto al resto d’Europa per infezioni resistenti agli antibiotici, con un numero di decessi davvero elevato (11mila all’anno contro i 33mila totali in Europa). Un problema, quello della resistenza agli antibiotici, davvero enorme che miete un numero intollerabile di vittime. Come risolverlo?
C’è chi giura che l’unica strada alternativa potrebbe essere la “terapia dei vermi”, utile per superare proprio la resistenza agli antibiotici.
Leggi anche: La resistenza agli antibiotici è l’epidemia silenziosa più letale dei nostri tempi (e nessuno ancora l’ha capito)
Sarebbe il National Health Service (NHS), il sistema sanitario pubblico britannico, a ricorrere sempre di più a questo trattamento insolito, aumentando di quasi il 50% il numero di trattamenti somministrati in dieci anni.
In realtà nulla di nuovo sotto al sole: l’uso moderno dei vermi medici risale alla Prima guerra mondiale, quando un chirurgo scoprì che le ferite dei soldati guarivano più velocemente quando venivano “colonizzate” dai vermi. Un uso che gradualmente si ridusse negli anni ‘40 con l’evoluzione degli antibiotici.
Tuttavia, con lo sviluppo della resistenza agli antibiotici, sta diventando più difficile curare le ferite, e quindi i medici sono costretti a tornare a questo approccio antiquato – si legge sul Telegraph. Nel 2004è stato autorizzato l’uso della terapia dei vermi e da allora BioMonde, un’azienda britannica, alleva “migliaia di mosche verdi ogni anno, per la vendita al SSN e in tutta Europa”.
Come funziona la “larval therapy”
La terapia delle larve prevede l’applicazione di vermi su una ferita per aiutarla a guarire. I vermi possono essere usati per trattare ferite sporche o infette poiché rimuovono tessuti morti e batteri (germi), lasciandoli dietro un tessuto sano che può guarire. I vermi utilizzati in questo trattamento sono allevati appositamente e sono sterili, quindi non possono causare infezione. Sono anche troppo giovani per deporre le uova nella stessa ferita.
Quali sono i vantaggi di questo trattamento? Secondo quanto si legge su un documento di NHS:
- i vermi rimuovono rapidamente il tessuto morto lasciando dietro di sé tessuto sano per la guarigione
- riducono l’infezione della ferita
- riducono il cattivo odore della ferita
La tecnica consiste nel posizionare una specie di “bustina di tè” imbottita di larve sulla ferita del paziente per un massimo di quattro giorni.
Così succhiano tutto questo porridge attraverso il sacchetto, e poi rimuoviamo il sacchetto pieno di umori dalla ferita – spiega Yamni Nigam, professore di scienze della salute all’Università di Swansea, nel Galles. Ma nonostante le piccole dimensioni dei vermi – meno di 1 millimetro – questa terapia scoraggia ancora molti operatori sanitari. Ovviamente, penso che tutti abbiano un’avversione naturale per le piccole creature che gattonano e, quando si tratta di vermi, tendono a ispirare disgusto istintivo nella maggior parte delle persone, conclude Nigam.
A molti, in effetti, l’idea di avere dei vermetti su una ferita non entusiasma. Ma se davvero potessero risolvere il fenomeno dell’antibiotico-resistenza che si traduce sempre di più in una minaccia alla salute pubblica, in trattamenti inefficaci e in un aumento di costi per le cure mediche e della mortalità nei pazienti con infezioni antibiotico-resistenti?
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Telegraph
Leggi anche:
- La resistenza agli antibiotici è un’emergenza sanitaria: l’allarme dell’Europa
- Il cannabidiolo (CBD) può uccidere una vasta gamma di batteri resistenti agli antibiotici. Lo studio
- La resistenza agli antibiotici sta mettendo a rischio anche gli scimpanzé
- Anche gli orsi della Scandinavia sono resistenti agli antibiotici (ma c’è ancora qualcosa che possiamo fare)