Cos’è il mesotelioma, il cancro causato dall’amianto che ha colpito Franco Di Mare

La malattia che ha colpito Franco Di Mare, che l'ha portato via a soli 68 anni, è già tristemente nota tra chi ha lavorato per anni con l'amianto, non a caso detta fibra “killer”

Di mesotelioma abbiamo parlato parecchie volte, tutte le volte in cui quel tumore si è sviluppato silenziosamente e si è manifestato troppo tardi tra operai ed ex operai che per decenni hanno lavorato in determinati contesti.

Un tipo di cancro dovuto soprattutto all’esposizione ad amianto, su cui ha posto nuovamente l’attenzione Franco Di Mare, stimato collega colpito dalla malattia, e deceduto nelle ultime ore, e che ha raccontato nell’ultima puntata di Che tempo che fa, proprio nella giornata mondiale dedicata alle vittime di amianto.

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Ho  preso un tumore molto cattivo – aveva rivelato il giornalista – che si prende perché si respirano particelle di amianto senza saperlo e una volta liberata nell’aria la fibra, ha un tempo di conservazione lunghissimo e quando si manifesta è troppo tardi.

Proprio così, il mesotelioma è infido così come è infido l’amianto, chiamato – non a caso – fibra killer.

Cos’è il mesotelioma

Si tratta di un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio, le membrane che rivestono gli organi interni. Il mesotelioma maligno è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3% di quelli diagnosticati nelle donne.

Secondo quanto confermato dall’AIRC, il 90%dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, materiale stra utilizzato soprattutto negli anni ’70 e ‘80 del ‘900: Le fibre di amianto, oltre mille volte più sottili di un capello umano, possono essere inalate e danneggiare le cellule (se si depositano nei polmoni, le fibre possono dare origine ad altre malattie come l’asbestosi o il tumore polmonare).

La maggior parte dei mesoteliomi interessa persone che sono entrate in contatto con l’amianto sul posto di lavoro, ma anche i familiari dei lavoratori esposti all’amianto sono a rischio, dal momento che le fibre di amianto si possono depositare sui vestiti ed essere trasportate dal posto di lavoro a casa.

Il periodo di latenza, ossia il tempo che intercorre tra l’esposizione all’amianto e la comparsa del mesotelioma, è molto lungo, circa 40-50 anni, ragione per cui ci si attende che il numero di diagnosi continuerà a salire nei prossimi anni per raggiungere il picco tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila.

Altri fattori di rischio meno comuni per il mesotelioma sono l’esposizione alle radiazioni ionizzanti o al diossido di torio (utilizzato in passato come mezzo di contrasto per le immagini

La situazione in Italia, le Regioni più colpite

Nel marzo del 1992, con la legge 257, l’Italia vietò l’utilizzo dell’amianto e la produzione di manufatti contenenti amianto, anticipando di 13 anni il divieto emanato poi dall’Unione Europea.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il carico sanitario in Italia si aggira intorno ai 4.400 decessi all’anno dovuti proprio all’esposizione ad amianto nel periodo 2010-2016. Di questi, 1.515 sono persone decedute per mesotelioma maligno, 58 per asbestosi (malattia polmonare causata da inalazione di fibre di amianto), 2.830 per tumore polmonare e 16 per tumore ovarico.

Dall’1 luglio del 2025 tutti gli Stati membri Ue dovranno aver provveduto all’eliminazione dei “prodotti” di amianto (Regolamento UE 2016/1005) e l’eradicazione delle malattie amianto-correlate rientra tra le priorità “ambiente e salute” dell’OMS per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Frattanto, l’Osservatorio nazionale amianto ha stilato una mappa delle Regioni italiane più colpite da malattie asbesto correlate. Nel nostro Paese nel 2023 si sono registrati 7mila decessi e 10mila nuovi malati. La Liguria e il Piemonte le Regioni più colpite.

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