Quasi la metà dei pazienti con coronavirus manifesta nausea, vomito o diarrea prima ancora di avere la febbre. Lo studio su 204 pazienti.
Quasi la metà dei pazienti con coronavirus manifesta nausea, vomito o diarrea prima ancora di avere la febbre. I problemi legati all’apparato digerente, insomma, potrebbero essere i primi segni di infezione da Covid-19. È quanto emerge da un nuovo studio, che ha bisogno però di ulteriori indagini, secondo cui sebbene il virus causi principalmente febbre e difficoltà respiratorie, quel tipo di sintomi non va comunque sottovalutato.
Da una ricerca pubblicata sull’American Journal of Gastroenterology è infatti venuto fuori che ben la metà dei pazienti presi in esame e affetti dal virus era stata ricoverata in un ospedale nella provincia cinese centrale di Hubei, dove è partita l’epidemia, lamentando dapprima problemi come nausee, vomito o perdita di appetito.
Si tratta di pazienti che hanno aspettato almeno 48 ore prima di rivolgersi a una struttura sanitaria. Una conclusione, questa, che suggerisce che, durante questa grave pandemia, i medici potrebbero aver bisogno di guardare oltre i principali sintomi di Covid-19 identificati dai funzionari sanitari, ossia febbre, tosse e mancanza di respiro.
Lo studio
Nei casi più gravi di coronavirus, anche i sintomi legati alla fame e all’apparato digerente sono diventati più pronunciati. Per lo studio, i ricercatori hanno analizzato i dati di 204 pazienti Covid-19, età media quasi 55 anni, che sono stati ricoverati in tre ospedali nella provincia di Hubei tra il 18 gennaio e il 28 febbraio 2020. Il tempo medio dall’insorgenza dei sintomi all’ammissione in ospedale è stato di 8,1 giorni.
La ricerca ha dimostrato che i pazienti con sintomi digestivi hanno avuto un tempo più lungo tra l’esordio dei sintomi e l’ammissione in ospedale rispetto ai pazienti senza sintomi legati alla nausea (9 giorni contro 7,3 giorni).
Ciò suggerisce che i pazienti con nausee e vomito hanno cercato cure in seguito, perché non sospettavano ancora di avere il Covid-19 a causa della mancanza di sintomi respiratori, come tosse o fiato corto, hanno spiegato i ricercatori.
I pazienti con sintomi digestivi avevano una varietà di problemi, tra cui perdita di appetito (quasi 84%), diarrea (29%), vomito (0,8%) e dolore addominale (0,4%).
Sette dei pazienti nello studio presentavano sintomi digestivi ma nessun sintomo respiratorio. Con l’aumentare della gravità della malattia, i ricercatori hanno scoperto che i sintomi digestivi sono diventati più gravi. Di conseguenza, i pazienti senza sintomi digestivi avevano maggiori probabilità di essere curati e dimessi rispetto a quelli con sintomi digestivi (60% contro 34%).
Se i medici monitorano solo i sintomi respiratori per diagnosticare COVID-19, possono perdere casi che inizialmente presentano altri sintomi e la malattia potrebbe non essere diagnosticata (se non quando emergono i sintomi respiratori più noti).
“In questo studio, i pazienti con COVID-19 con sintomi digestivi hanno un esito clinico peggiore e un rischio maggiore di [morte] rispetto a quelli senza sintomi digestivi, sottolineando l’importanza di includere sintomi come la diarrea nel sospettare COVID-19 all’inizio del decorso della malattia prima I sintomi respiratori si sviluppano”, ha dichiarato lo studioso Brennan Spiegel a U.S. News.
“Ciò può portare a una diagnosi precoce di COVID-19, che può portare a un trattamento precoce e una quarantena più rapida per ridurre al minimo la trasmissione da persone che altrimenti non verrebbero diagnosticate”, concludono.
Mentre avvertono che sarebbero necessari studi più ampi per confermare i loro risultati, i ricercatori lanciano un monito: “se i medici monitorano esclusivamente i sintomi respiratori per stabilire i casi di COVID-19, la malattia potrebbe essere diagnosticata anche troppo tardi”.
Ciò potrebbe spiegare perché molti operatori sanitari in Cina sono stati infettati nei primi giorni dell’epidemia di coronavirus.
QUI trovate lo studio completo.
Fonti: American Journal of Gastroenterology / U.S. News
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