Alcuni ricercatori hanno documentato la crescita di speroni ossei, tipo corna, nella parte posteriore del cranio di alcuni giovani adulti. A loro dire, la colpa di questo cambiamento fisiologico sarebbe da imputare all’uso di smartphone e altri dispositivi.
Alcuni ricercatori hanno documentato la crescita di speroni ossei, tipo corna, nella parte posteriore del cranio di alcuni giovani adulti. A loro dire, la colpa di questo cambiamento fisiologico sarebbe da imputare all’uso di smartphone e altri dispositivi.
La tecnologia mobile ha trasformato il modo in cui viviamo, leggiamo, lavoriamo, comunichiamo e acquistiamo. Ma questo potrebbe avere ripercussioni anche sulla nostra fisionomia. Secondo una ricerca condotta dall’Università della Sunshine Coast nel Queensland, in Australia, i cellulari stanno rimodellando anche i nostri scheletri!
Lo studio suggerisce che i giovani stanno sviluppando sporgenze corniformi nella parte posteriore dei loro crani. Questi speroni ossei sarebbero causati dall’inclinazione in avanti della testa, che sposta il peso dalla colonna vertebrale ai muscoli nella parte posteriore della testa, causando l’anomala crescita ossea. Il trasferimento di peso che causa l’accumulo può essere paragonato al modo in cui la pelle si addensa in un callo come risposta alla pressione o all’abrasione.
Il risultato è una sorta di uncino o corno che sporge dal cranio, appena sopra il collo.
Responsabile di questa situazione sarebbe la tecnologia moderna, o meglio l’uso massiccio che ne fanno i giovani. I ricercatori sostengono che la crescita ossea indica una postura del corpo mutevole determinata proprio dall’uso di smartphone e altri dispositivi che costringono chi li utilizza a piegare la testa in avanti per guardare lo schermo.
Questa è probabilmente la prima volta che uno studio documenta un adattamento fisiologico dovuto all’uso della tecnologia. Il problema è che questo cambiamento fisiologico, come ha sottolineato il dottor David Shahar, autore principale della ricerca, è segno di una grave deformità nella postura che può causare cefalea cronica e dolore nella parte superiore della schiena e del collo. Insomma il problema non sarebbero tanto “le corna” in sé quanto il fatto che stanno a testimoniare che c’è qualcosa che non va, ossia che testa e collo non tengono la postura corretta.
Il lavoro degli scienziati australiani è iniziato circa tre anni fa quando hanno effettuato una serie raggi X del collo su un campione di 218 persone tra i 18 e i 30 anni. Le immagini hanno catturato parte del cranio, compresa l’area in cui le proiezioni ossee, chiamate entesofiti, si formano nella parte posteriore della testa. Questa situazione, nota come protuberanza occipitale esterna allargata, era molto rara fino a poco tempo fa. Ma ora la situazione è decisamente cambiata.
Per valutare più approfonditamente la questione, nei successivi studi gli scienziati hanno eseguito 1200 raggi X, questa volta su pazienti di età compresa tra i 18 e gli 86 anni. Shahar ha così potuto notare che le protuberanze ossee comparivano in particolare nei soggetti più giovani e negli uomini mentre solo raramente riguardavano le persone anziane. Questa scoperta era in netto contrasto con quanto si credeva prima, ossia che le “corna” fossero dovute ad un processo lento e degenerativo dovuto all’invecchiamento.
Per capire cosa davvero stava creando questa modificazione ossea, gli esperti hanno preso in esame i cambiamenti intercorsi negli ultimi 10 o 20 anni, situazioni e abitudini che potevano aver interferito in qualche modo sulla postura dei giovani.
Il tipo di sforzo richiesto dall’osso per infiltrarsi nel tendine, li ha indirizzati ad indagare sull’uso dei dispositivi portatili che costringono ad inclinare la testa in avanti e verso il basso, richiedendo l’uso di muscoli nella parte posteriore del cranio.
Il professor Shahar è convinto che le scuole dovrebbero insegnare semplici regole posturali e che chi usa la tecnologia durante la giornata dovrebbe abituarsi a ricalibrare la propria postura durante la notte. Suggerisce inoltre di allungare una mano sulla parte inferiore del cranio perché, chi ha “le corna”, potrebbe anche sentirle!
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Francesca Biagioli