Levofloxacina: perché anche un semplice collirio può essere pericoloso (e mortale)

Il collirio a base di levofloxacina è tra i più utilizzati nel mondo. Ma è stato fatale per un paziente giapponese con cataratta. Ecco cosa può innescare ai polmoni

Il collirio a base di levofloxacina è tra i più utilizzati nel mondo. Ma è stato fatale per un paziente giapponese con cataratta. Ecco cosa può innescare ai polmoni.

Una malattia polmonare causata da un collirio. Accade in Giappone, dove un paziente già affetto da cataratta ha combattuto tra la vita e la morte per una grave insufficienza respiratoria, dovuta molto probabilmente alla levofloxacina contenuta nel collirio da lui utilizzato prima di un intervento.

La levofloxacina è il principio attivo della stragrande maggioranza dei colliri venduti nel mondo. Di esso sono noti gli effetti collaterali meno gravi, ma l’insufficienza respiratoria, che può essere fatale, non era elencata come potenziale reazione.

E invece l’uomo, 78enne giapponese, si è trovato in preda a una grave insufficienza respiratoria che lo hanno portato addirittura al coma e i medici della Yamanashi University, poco distante da Tokyo, dichiarano di avere davanti il primo caso mai registrato di una simile reazione (la letteratura medica riporta diversi casi di danno polmonare indotto da levofloxacina ma non era mai accaduto con un collirio).

Questo è il primo caso riportato di danno polmonare indotto da farmaci a base di levofloxacina. Le soluzioni oftalmiche di levofloxacina sono i colliri più usati al mondo e gli effetti collaterali sono per lo più reazioni locali”.

Ma forse non è esattamente così, visto che l’uomo aveva messo una dose di collirio il giorno prima del suo intervento alla cataratta per ridurre il rischio di un’infezione. Ma tre giorni dopo l’operazione su entrambi gli occhi, il paziente ha cominciato a lamentare difficoltà respiratorie e febbre.

Le sue condizioni sono peggiorate rapidamente e vari test medici hanno di volta in volta mostrato che il suo fegato e i suoi reni stavano lentamente iniziando a deteriorarsi. Inizialmente i medici temevano di combattere una polmonite e una sepsi, ma le analisi batteriologiche hanno evidenziato la totale assenza di batteri patogeni. Nonostante, ciò la crisi respiratoria si faceva sempre più grave, con livelli di linfociti molto alti, mentre le condizioni del fegato stavano invece migliorando. Davanti a un simile quadro, i medici hanno cominciato a eliminare la somministrazione di alcuni farmaci per l’ipertensione e l’insufficienza respiratoria, aggiungendo però alcune iniezioni di levofloxacina, che è anche un antibiotico usato anche per via sistemica. Tuttavia, in quel momento i dottori si sono accorti che le condizioni del paziente si stavano aggravando sempre di più e che il fegato erano nuovamente compromesso. In quel momento i dottori hanno capito che il danno polmonare era stato indotto dalla levofloxacina somministrata sotto forma di collirio.

L’incidenza del danno polmonare indotto da levofloxacina è rara per la sua frequente prescrizione. Inoltre, non è mai stato segnalato che il collirio causi lesioni ai polmoni. Dovremmo essere consapevoli del collirio come forma di dosaggio causale di danno polmonare indotto da farmaci”, ha concluso il dottor Hosogaya.

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Germana Carillo

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