L'inchiesta di Altroconsumo in 22 città italiane rivela una drammatica carenza di medici di base e pediatri. A Trento, Milano, Torino, Bologna e Cagliari, solo 1 medico su 4 offre posti disponibili, mettendo in discussione la reale possibilità di scelta del medico per i cittadini
Probabilmente ve ne sarete accorti: cambiare il medico di famiglia è diventato quasi impossibile. A meno che non siamo disposti ad accettare un dottore che ha lo studio lontano da casa, a essere pazienti di un medico anziano e, quindi, probabilmente in procinto di andare in pensione, oppure a condividere il nostro medico con altri 1.799 assistiti (il massimo consentito in molte zone italiane è 1800).
La carenza di medici (e pediatri) sta mettendo in ginocchio diverse regioni del nostro Paese e la situazione è decisamente peggiorata negli ultimi anni. A mostrarcelo in modo molto chiaro è la nuova indagine di Altroconsumo.
Per comprendere meglio la disponibilità dei medici e dei pediatri di famiglia, gli esperti della rivista si sono immedesimati nell’esperienza di un cittadino che deve affrontare il cambio del proprio medico di base, valutando le reali possibilità di scelta a disposizione.
L’indagine, condotta in 11 regioni italiane, fornisce uno sguardo dettagliato sulla situazione a giugno 2023. Sono state prese a campione sia le città capoluogo (ad eccezione di Padova nel Veneto e Roma, dove è stata considerata la Asl 1) che comuni più piccoli, per un totale di 22 città prese in esame.
I risultati
Gli esperti hanno esaminato le informazioni disponibili online per cambiare medico o pediatra, visitando i portali sanitari delle Regioni e verificando quanti professionisti fossero disponibili. Sono stati presi in considerazione elementi come l’indirizzo e l’orario di ricevimento, l’età del medico e il numero di pazienti che aveva.
Ciò che è stato riscontrato è che molte di queste informazioni essenziali per i cittadini non erano facilmente reperibili. Ad esempio, l’età del medico è indicata solo in Puglia, Emilia e Campania, mentre il numero di pazienti del medico è fornito solo in Puglia, Sardegna e Veneto.
In alcune regioni, come la Liguria, è possibile cambiare il medico online utilizzando una tessera sanitaria e un lettore smart card. Tuttavia, questo approccio potrebbe non essere alla portata di tutti. In altre città, come Firenze e Camaiore, non è stato possibile effettuare il cambio online del pediata.
Ma il vero problema resta in partocolare la carenza di professionisti. È stata esaminata la disponibilità generale di medici e pediatri nelle città prese in considerazione. Per le metropoli, è stato calcolato il numero di medici e pediatri con disponibilità di posti nella loro intera area urbana, confrontandoli con il totale dei medici e pediatri presenti.
I risultati sono stati sorprendenti (ovviamente in negativo!): a Trento, Milano, Torino, Bologna e Cagliari, solo 1 medico su 4 (nelle circostanze più favorevoli) aveva posti disponibili. Osservando questi dati, diventa evidente quanto sia difficile parlare di libera scelta del medico in un panorama così limitato.
Sembra essere più rosea invece la situazione di Genova, Firenze, Roma Asl 1 e soprattutto Bari, (anche se sospettiamo che alcuni di voi potrebbero smentire questi dati).
In passato, il problema della carenza di personale medico riguardava principalmente i pediatri, ora invece è più generalizzata e si è aggravata recentemente per via del grande esodo di dottori che vanno in pensione senza un ricambio proporzionato di giovani che li sostituiscano.
Esiste un vuoto enorme nel Servizio Sanitario Nazionale che, tuttavia, poteva essere previsto e affrontato con più lungimiranza.
Perché non ci sono più medici?
La carenza di medici di base e pediatri non è stata causata, come ci si potrebbe aspettare, dal Covid ma è il risultato di una programmazione inadeguata fatta nel corso degli anni. C’è da dire che durante la pandemia, molti medici sono stati sopraffatti e hanno anticipato il loro pensionamento, evidenziando ulteriormente le debolezze del sistema.
Come spiega Altroconsumo:
La causa è piuttosto una “cattiva programmazione”, se così la vogliamo chiamare: in poche parole, negli anni passati i ministeri preposti non si sono preoccupati di assumere un numero adeguato di medici che sopperisse ai tanti che uscivano (o sarebbero usciti) dal Sistema sanitario nazionale per andare in pensione. Nel 2019 il ministero della Salute ha tentato di correggere il tiro, sbloccando il turnover (portando le assunzioni possibili a un + 10%) e aumentando il numero dei posti nelle scuole di specializzazione. Ma perché si vedano gli effetti di questa svolta servono 4-5 anni, cioè gli anni necessari per la specializzazione di un medico.
I numeri spiegano bene la sfida che gli italiani devono affrontare per trovare un medico di famiglia. Secondo le stime dell’Agenas nel 2025, ci saranno solo 36.628 medici di famiglia in Italia, rispetto ai più di 46.000 del 2002 e ai 40.000 del 2021.
Nel frattempo, per far fronte all’emergenza della carenza di medici di base, alcune Regioni hanno adottato misure temporanee che consentono ai medici di famiglia di avere fino a un massimo di 1.800 assistiti (precedentemente erano 1.500) nelle “aree disagiate”. Questa modifica è stata adottata da molte Regioni, tra cui Lazio, Puglia, Piemonte, Veneto e Sardegna.
Una situazione davvero preoccupante che non può far altro che incentivare il ricorso alla sanità privata (per chi se lo può permetttere!).
Fonte: Altroconsumo
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