Una mosca sul cibo genera normalmente sensazione di riluttanza per paura che possa aver contaminato il nostro pasto. Ma è davvero così? Dobbiamo davvero preoccuparci e quindi evitare di mangiare almeno la parte di cibo dove la mosca si è posata?
La paura che le mosche possano contaminare il cibo fa sì che, di solito, non si abbia molto piacere all’idea di mangiare qualcosa dove uno di questi insetti ha sostato. Ma cosa c’è di vero? La letteratura è piena di analisi che, almeno sulla carta, danno ragione a chi ha paura.
Innanzitutto sì, è vero, tecnicamente le mosche “vomitano” sul nostro cibo quando si posano sopra, perché, non avendo una struttura digestiva molto complessa (per esempio, non hanno i denti) “sputano” sul cibo enzimi digestivi che permettono all’insetto poi di nutrirsi. Come se noi sputassimo saliva sul cibo prima di mangiarlo.
E già questo effettivamente fa un po’ impressione. Ma il punto è il resto: la breve vita di una mosca, notoriamente, passa tra escrementi e in generale materiale organico in decomposizione, pertanto i suoi sputi proprio salutari non sono, e teoricamente possono sporcare quello che prima era pulito.
Inoltre la mosca, per diventare adulta, ha proprio bisogno di batteri vivi.
Alcuni batteri resistono alla digestione e ai successivi processi proteolitici che si verificano durante la metamorfosi e vengono trasportati da uno stadio di crescita ai successivi – di legge in un articolo di review del 2017 – Le mosche domestiche adulte ingeriscono i batteri direttamente dai substrati settici o indirettamente tramite l’auto-pulizia. I batteri ingeriti affrontano anche la digestione negli adulti; tuttavia, alcuni microbi non solo sopravvivono, ma proliferano e si scambiano materiale genetico
Gli scienziati confermano che in effetti le mosche, viaggiando anche per chilometri possono disperdere agenti patogeni nonchè i loro geni di resistenza agli antibiotici e virulenza.
Considerati insieme, questi aspetti della biologia della mosca adulta sono alla base del loro ruolo nell’epidemiologia e nell’ecologia delle malattie infettive
spiegano gli autori
Ma è davvero pericoloso mangiare il cibo se una mosca si è poggiata sopra?
Una ricerca guidata dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano ha raccolto101 mosche domestiche da 3 diversi siti di un caseificio commerciale e ha fatto crescere la coltura batterica individuata su superfici esterne e parti interne di mosche domestiche, identificando 26 agenti patogeni che causano la mastite, 5 origine alimentare e 5 organismi in grado di alterare il latte.
Questo però non significa che se una mosca si poggia sul nostro cibo mangiarlo significa ammalarci, soprattutto se abbiamo un fisico sano con un sistema immunitario competente. La possibilità che l’evento possa davvero provocarci un’infezione dipende da alcuni fattori, primi tra tutti la quantità di mosche che ha sostato sul nostro cibo e per quanto tempo.
Se una singola mosca ha un breve contatto qualcosa di appena cucinato, anche un medico direbbe che non è un grosso problema e non è necessario buttare il cibo. Certo se decine di mosche hanno banchettato lì sopra forse il buon senso dice di buttare tutto.
Molti ricercatori osservano poi che nei Paesi più poveri, dove circolano malattie gastrointestinali gravissime la quantità di mosche non è sotto controllo, ma è anche vero che questo dipende da condizioni igienico-sanitarie precarie.
Comunque, non tutti i mali vengono per nuocere.
[…] le larve possono essere utilizzate in modo vantaggioso per eliminare il letame dagli agenti patogeni prima di essere utilizzato come fertilizzante – osservano i ricercatori – Inoltre, gli effettori di difesa della mosca domestica come i peptidi antimicrobici fungono da risorsa non sfruttata con il potenziale per generare nuove classi di terapie microbicide
Fonti: Annals of Entomological Society of America / National Library of Medicine / JDS Communication
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