Trovati (ancora una volta) Pfas nel sangue umano, anche nei campioni prelevati da bambini. Un nuovo studio svizzero conferma la preoccupante presenza di queste sostanze chimiche tossiche nel nostro organismo
Finalmente, l’attenzione verso i PFAS e i loro potenziali rischi per la salute sta ricevendo il riconoscimento che merita. Le sostanze per- e polifluoroalchiliche sono composti chimici usati da decenni per le loro proprietà idrorepellenti e di resistenza al calore, e ad oggi ancora molto impiegate in una vasta gamma di prodotti, dalle pentole antiaderenti ai tessuti tecnici, fino ai cosmetici.
Queste sostanze invisibili ci stanno lentamente avvelenando? A che livello si trovano già nel nostro corpo? Per scoprirlo, una nuova inchiesta condotta da Saldo, rivista svizzera di consumo, ha analizzato campioni di sangue di cittadini di tutte le età, rivelando la presenza preoccupante di PFAS anche nei più piccoli ed evidenziando l’urgenza di intervenire per ridurre l’esposizione a questi composti tossici.
Lo studio ha coinvolto 35 persone provenienti da 18 cantoni svizzeri, di età compresa tra i 7 e gli 89 anni. I partecipanti sono stati selezionati per rappresentare una varietà di situazioni ambientali e stili di vita: residenti in aree rurali e urbane, persone che vivevano in abitazioni vecchie o recentemente ristrutturate, potenzialmente esposte a contaminazioni passate.
Il laboratorio medico di Zurigo incaricato del test, ha effettuato analisi del sangue specifiche per rilevare due dei PFAS più noti e pericolosi:
- acido perfluoroottanoico (PFOA)
- acido perfluorottano sulfonico (PFOS)
Queste sostanze si accumulano negli organi, possono rimanere nel corpo per decenni e sono state collegate a seri rischi per la salute, tra cui danni al sistema immunitario, aumento del colesterolo, malattie cardiovascolari, danni al fegato e rischio di cancro.
Non a caso, in Svizzera sono state parzialmente vietate (il PFOS dal 2011 e il PFOA dal 2021), ma migliaia di altri PFAS sono ancora in uso, senza normative stringenti. Anche nell’Unione Europea la situazione è complessa, con normative che stanno cercando di affrontare il problema, ma molte sostanze rimangono ancora non regolamentate.
I risultati
I risultati delle analisi hanno rivelato la presenza di PFAS in ogni partecipante, con livelli allarmanti in molti casi, specialmente tra bambini e anziani.
Alcuni partecipanti, in particolare quelli provenienti da aree agricole, presentavano livelli di PFOS e PFOA particolarmente elevati, il che ha portato i ricercatori a considerare l’ipotesi di una contaminazione ambientale diffusa.
Come si legge su Saldo:
29 partecipanti presentavano livelli di PFOS ai quali, secondo l’Agenzia federale dell’ambiente, ‘non si possono escludere danni alla salute’. In tre donne esiste una ‘urgente necessità di azione per ridurre l’esposizione’ a causa degli elevati livelli di PFOS.
Di fatto, i risultati dello studio mostrano che solo tre persone tra i partecipanti presentavano livelli così bassi da non destare preoccupazione.
E lo scenario futuro, se non si farà nulla per arginare questa situazione, non è dei più rosei. Come ha dichiarato il chimico ambientale zurighese Martin Scheringer:
Le fonti di PFAS devono essere eliminate. Le autorità devono proteggere meglio la popolazione dai PFAS, anche attraverso divieti. L’acqua potabile e il cibo dovrebbero essere privi di PFAS. Senza interventi, le concentrazioni di PFAS nelle persone continueranno ad aumentare.
Tra l’altro, non è la prima volta che i Pfas vengono trovati nel sangue delle persone, anche in Italia (pensiamo alla situazione di chi risiede vicino all’ex Solvay di Alessandria). Leggi anche: Solvay di Alessandria, il 100% dei residenti ha livelli elevati di PFAS nel sangue
Un podcast per fare chiarezza sui Pfas
L’argomento PFAS è molto caro a noi di GreenMe e l’abbiamo trattato in diversi articoli. Ora siamo entusiasti di annunciare l’arrivo della seconda stagione del podcast “Ehi Erica, parliamo di PFAS?”, un’iniziativa di Erica Srl che si propone di fare chiarezza su questi “inquinanti eterni” presenti ormai praticamente ovunque.
Questa nuova stagione offre un viaggio approfondito nel mondo dei PFAS, esplorando le loro origini, gli effetti sulla salute e le sfide che pongono alla nostra società. Con otto nuovi episodi, il podcast presenta interviste a esperti, attivisti e cittadini, fornendo una panoramica completa e informativa.
Nell’episodio conclusivo di questa stagione c’è Simona Falasca, la nostra direttrice responsabile che intervisterà Edoardo Slavik, con il quale proverà a fare il punto e tirare le somme sulle sfide più imminenti da risolvere, sul percorso compiuto nella ricerca e lo sviluppo di soluzioni per abbattere i PFAS oltre che sulle prospettive future per combattere questa minaccia crescente.
È possibile ascoltare “Ehi Erica” su tutte le principali piattaforme di streaming, tra cui Spotify. Non perdere l’opportunità di informarti e contribuire a una maggiore consapevolezza riguardo a questo tema cruciale.
Ascolta la nuova stagione qui: Spotify.
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Fonte: Saldo