Possiamo avere un cervello di una persona di 90 anni anche a 20 anni e le malattie non c’entrano. Ad influenzare l’attività del nostro cervello è una sostanza di cui facciamo spesso uso. Sto parlando dell’alcol. Vediamo insieme cosa hanno scoperto gli scienziati e come sono giunti alle loro conclusioni
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Gli scienziati hanno scoperto che c’è una sostanza che mettiamo nel nostro corpo che influisce sull’attività del nostro cervello a tal punto da renderci anziani anche quando siamo molto giovani.
Sto parlando dell’alcol. Ma come è possibile?
Il cervello e la conduttività elettrica
La nostra capacità di muoverci, pensare e ricordare si basa sulla conduttività del tessuto cerebrale, praticamente la capacità dei tessuti del nostro cervello di condurre correnti elettriche, che ci permettono le varie funzioni vitali.
Lo studio sull’alcol e l’elettricità nel nostro cervello
Gli scienziati del Neuroscience Research Australia (NeuRA) e UNSW Science hanno deciso di testare l’effetto dell’alcol su un gruppo di 52 giovani sani, tra 18 e 37 anni, che bevono alcol almeno una volta al mese, ma che non ne sono dipendenti, i cosiddetti “bevitori sociali”.
Il cervello sotto osservazione
“Abbiamo usato una nuova tecnica di risonanza magnetica per misurare la conduttività elettrica del cervello e abbiamo osservato come l’alcol riduce l’attività cerebrale”, ha dichiarato la professoressa Caroline Rae, a capo dello studio.
Utilizzando questa nuova tecnica di risonanza magnetica, gli esperti hanno misurato la conduttività cerebrale prima e 20 minuti dopo avere dato da bere la vodka ai partecipanti.
L’alcol “invecchia” il cervello
Osservando le immagini raccolte, gli scienziati hanno scoperto che l’alcol riduce la conduttività elettrica e quindi le capacità cerebrali, in particolare nel lobo frontale e nel cervelletto, fondamentali per la funzione esecutiva e l’attività motoria, a tal punto che una persona di 20 anni che ha bevuto alcol ha la stessa capacità cerebrale di una persona di 90 anni.
Nello specifico la professoressa Rae ha dichiarato: “Le diminuzioni sono equivalenti al calo che vediamo nella conduttività in qualcuno di 90 anni rispetto a qualcuno di 20 anni”.
A cosa serve studiare gli effetti dell’alcol
A parte ad approfondire gli effetti dell’alcol sul cervello, questo studio dimostra che la conduttività dei tessuti influenza l’attività del cervello e questo potrebbe aiutare a comprendere meglio le malattie neuro degenerative e la demenza.
“Questi risultati suggeriscono che la conduttività dei tessuti può agire come biomarcatore dei livelli di attività cerebrale. Siamo entusiasti delle potenziali applicazioni di questo metodo sia in ambito clinico che di ricerca”, ha concluso la professoressa Rae.
Lo studio, intitolato “Effect of Ethanol on brain electrical tissue conductivity in social drinkers”, è stato pubblicato sul Journal of Magnetic Resonance Imaging.
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