Moltissimi italiani soffrono di cefalea. Il mal di testa cronico – che si manifesta con un dolore persistente e pulsante, accompagnato da nausea, vomito e intolleranza ai rumori – è un vero e proprio handicap della società moderna, tanto da colpire il 15-18% delle donne ed il 6% degli uomini, con un picco evidente tra i 25 ed i 55 anni di età.
Moltissimi italiani soffrono di cefalea. Il mal di testa cronico – che si manifesta con un dolore persistente e pulsante, accompagnato da nausea, vomito e intolleranza ai rumori – è un vero e proprio handicap della società moderna, tanto da colpire il 15-18% delle donne ed il 6% degli uomini, con un picco evidente tra i 25 ed i 55 anni di età.
A riconoscere questo disagio è l’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha addirittura annoverato la cefalea tra le 20 patologie più invalidanti per le donne di tutto il mondo tra i 15 e i 45 anni.
E in Italia?
Da noi il problema è altrettanto evidente, tanto che – secondo uno studio effettuato nel 2008-2009 – soffrono di cefalea il 52% delle donne ed il 42,8% degli uomini. Un problema reale e anche costoso, se pensiamo che l’80% dell’intera spesa sanitaria nazionali di area è destinata proprio alla diagnosi e alla cura della cefalea, per un costo totale che tocca i 6 miliardi di euro l’anno.
A rivelare queste cifre da capogiro (è proprio il caso di dirlo) è l’Agenas– l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – che ha stilato delle “Linee guida nazionali di riferimento per la prevenzione e la terapia della cefalea nell’adulto“, con l’obiettivo di tagliare gli eventuali sprechi di risorse. Ad oggi infatti, i problemi legati alla cefalea rappresentano il 5% delle visite per le cure primarie ed il 30% delle visite specialistiche neurologiche.
“Si comprende così – ha sottolineato Fulvio Moirano Direttore dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali nella prefazione alle Linee guida – come si configuri una vera e propria questione di salute pubblica e si imponga quindi una precoce e corretta individuazione dei soggetti che ne sono affetti ed un trattamento appropriato“.
In breve: i medici generici dovrebbero essere più aggiornati sull’argomento per poter trattare il problema tempestivamente, senza ricorrere ogni volta allo specialista (con tutto ciò che questo comporta in termini di spesa sanitaria).
“In particolare – ha detto Gennaro Bussone, presidente dell’Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee – occorre assicurare l’appropriatezza degli interventi, riducendo il più possibile quella parte di variabilità nelle decisioni cliniche che è legata alla carenza di conoscenze e alla soggettività nella definizione delle strategie assistenziali“.
Ed è proprio in questo settore che subentra l’utilità delle linee guida che – attraverso questionari da sottoporre ai pazienti – aiuteranno il medico di base a capire il tipo di dolore, a fare una diagnosi più sicura e ricorrere così alla terapia più adeguata.
Verdiana Amorosi
– Scarica le linee guida
Leggi anche: