Un nuovo allarmante studio scientifico ha dimostrato come in 137 Paesi di riferimento, di cui 54 a basso e medio reddito, quasi un milione di bimbi siano nati morti per colpa dell'inquinamento dell'aria. Un'epidemia di natimortalità trascurata
Quasi un milione i bambini nati morti per colpa dell’inquinamento atmosferico in un anno. Questi gli agghiaccianti dati rivelati da un recente studio scientifico riguardante 137 Paesi dell’Asia, Africa e America latina e apparso sulla prestigiosa rivista Nature Communication.
Un’epidemia invisibile che imperversa in particolar modo nei Paesi a basso e medio reddito, come il Pakistan e la Nigeria, dove il tasso di natimortalità è purtroppo in aumento. Questo potrebbe essere correlato all’esposizione delle donne incinte alle polveri sottili.
Già nel 2018 precedenti studi avevano rilevato la presenza di minuscole particelle inquinanti nella placenta di 28 neomamme. (Leggi anche: L’inquinamento atmosferico può raggiungere il feto: le particelle di carbonio nero riescono ad attraversare la placenta)
I ricercatori, guidati dal dottor Tao Xue dell’Università di Pechino, hanno perciò adoperato i dati sui nati morti e sull’inquinamento atmosferico registrati tra il 1998 e il 2016 nei Paesi di riferimento, tenendo conto degli effetti collaterali dell’aria inquinata in prevalenza sulle madri anziane.
Nel 2015, a livello globale, sono stati accertati 2.131.914 feti nati morti. Di questi, il 98,03% (2.089.918) apparteneva ai 137 Paesi presi in esame nello studio e la causa della morte di 950.000 feti era attribuibile all’esposizione a preoccupanti livelli di PM2,5.
In alcuni Stati come, ad esempio, in Cina il tasso di natimortalità è in calato negli anni. Non è così, però, negli altri Paesi osservati nella ricerca, dove l’inquinamento atmosferico ha proporzioni tutt’ora allarmanti. Ciò suggerirebbe quindi che il migliorare la qualità dell’aria che respiriamo potrebbe, tra l’altro, ridurre il numero dei feti nati morti.
Il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) potrebbe prevenire un numero considerevole di nati morti. Gli attuali sforzi per prevenire la natimortalità si concentrano sul miglioramento del servizio medico, ma rispetto ai fattori di rischio clinico, quelli ambientali di solito non si vedono, hanno dichiarato gli studiosi.
Non è ancora noto in che modo i livelli di PM2,5 possano incidere sulla natimortalità. La ricerca ha tuttavia dimostrato come, nella valutazione globale dei rischi legati all’inquinamento atmosferico, un’elevata percentuale di nati morti sarebbe attribuibile all’esposizione in gestazione ai livelli di polveri sottili superiori alle linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria.
Fonte: Nature Communications
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