Secondo una nuova ricerca un sintomo strano rivelatore di carenza di vitamina D è la sensazione di dolore sulla tibia e lo sterno
Secondo una nuova ricerca un sintomo strano rivelatore di carenza di vitamina D è la sensazione di dolore sulla tibia e lo sterno
La vitamina D è conosciuta come la vitamina del sole, e come tale quando c’è poca luce si può registrare una carenza. Quest’ultima, soprattutto durante l’inverno, è molto comune, perché con la mancanza di sole il corpo non assimila più tale vitamina. Tra i sintomi di carenza si possono avvertire sensazioni insolite sullo sterno o sulla tibia; altri sintomi più comuni di carenza sono:
- lombalgia simmetrica
- debolezza muscolare
- dolori muscolari
- dolore osseo lancinante.
I dolori ossei, in particolare, si possono avvertire quando si esercita una pressione sullo sterno o sulle aree della tibia. Come fare un’autovalutazione? Prendendo il pollice e premendolo contro lo sterno o lo stinco, se senti dolore potresti avere una carenza della vitamina del sole.
Perché le ossa sono colpite a causa dei bassi livelli di vitamina D? In uno studio pubblicato sull’American Family Physician, si è stabilito che la vitamina D svolge un ruolo importante nello sviluppo scheletrico, nel mantenimento della salute delle ossa e nel funzionamento neuromuscolare. Senza la sua presenza, quindi, il normale metabolismo osseo viene alterato in modo che venga assorbito il 10% di calcio e il 60% di fosforo.
Di conseguenza, lo scheletro diventa la principale fonte di calcio del corpo, con gli osteoclasti che dissolvono l’osso per aumentare il calcio sierico. Queste azioni portano all’osteomalacia e precipitano ed esacerbano l’osteopenia e l’osteoporosi, causando dolore e sintomi insoliti sul corpo.
Negli adulti, la carenza di vitamina D è definita come un livello sierico di 25-idrossivitamina D inferiore a 20 ng per ml (50 nmol per l) e l’insufficienza è definita come un livello sierico di 25-idrossivitamina D da 20 a 30 ng per ml ( da 50 a 75 nmol per L). Esistono due forme di vitamina D: la vitamina D2, che deriva dall’irradiazione del lievito e lo sterolo vegetale o ergosterolo, e la vitamina D3 che si ottiene dal cibo e dalla sintesi cutanea.
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Fonte: NCBI
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