Vitamina D: un nuovo studio evidenzia il pericoloso effetto collaterale della sua carenza sulle arterie e il cuore

La carenza di vitamina D è stata associata alla sindrome coronarica acuta. Una nuova e recente ricerca fa luce su questa connessione

La carenza di vitamina D è stata associata alla sindrome coronarica acuta. Una nuova e recente ricerca fa luce su questa connessione

La carenza di vitamina D è un problema che colpisce almeno un miliardo di pazienti in tutto il mondo. Il calcitriolo 1,25(OH)2D3 ha diversi effetti sistemici, incluse proprietà antinfiammatorie, antitrombotiche e antiaterosclerotiche che spiegano i suoi effetti cardioprotettivi.

L’associazione precisa tra la vitamina D, i suoi metaboliti, e il valore degli integratori nella sindrome coronarica acuta (SCA) è ancora controversa. Ma un nuovo e recente studio mira a ricercare l’associazione tra vitamina D2, D3 e metaboliti e sindrome coronarica acuta in pazienti sottoposti ad angiografia coronarica. (Leggi anche: Quanto tempo passare al sole per ricaricarsi di Vitamina D [VIDEO])

Lo studio

Questo studio ha analizzato 73 pazienti adulti con sindrome coronarica acuta sottoposti ad angiografia coronarica e messi a confronto con 50 pazienti senza malattia coronarica, abbinati per età e sesso nel periodo compreso da giugno 2019 a luglio 2019. L’ecocardiografia e l’angiografia coronarica sono state eseguite per tutti i casi, e la vitamina D plasmatica e i suoi metaboliti sono stati misurati al momento del ricovero per tutti i partecipanti.

I risultati

La vitamina D e i suoi metaboliti erano statisticamente e significativamente inferiori nei pazienti con sindrome coronarica acuta. L’analisi ha rivelato, quindi, che bassi livelli di vitamina D potrebbero causare l’insorgere della sindrome coronarica acuta; gli altri fattori predittivi significativi erano l’alta pressione sanguigna sistolica (BP), il colesterolo totale alto e il colesterolo lipoproteico a bassa densità. È interessante notare che le vitamine D2 e ​​D3 non hanno predetto in modo significativo l’insorgere della sindrome coronarica (p>0,05). Di conseguenza, non è stata trovata un’associazione statisticamente significativa tra il numero di vasi coronarici interessati e i metaboliti della vitamina D. Inoltre, non vi era alcuna correlazione statisticamente significativa tra la vitamina D e i suoi metaboliti, e la frazione di eiezione ventricolare sinistra misurata mediante ecocardiografia.

C’era, però, una forte associazione tra la vitamina D e tutti i suoi metaboliti con la sindrome coronarica. Quindi, bassi livelli di calcitriolo possono causare tale patologia, ma non una carenza di vitamine D2 e ​​D3. Infatti, secondo i ricercatori sono necessari ampi studi randomizzati e controllati per verificare i benefici dell’integrazione di vitamina D nei pazienti con sindrome coronarica acuta.

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Fonte: DovePress

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