La marijuana nemica delle cellule tumorali. L'ultima conferma, e una delle più clamorose, arriva dalla FDA. L'americana Food and Drug Administration ha ammesso infatti che alcune sostanze derivanti dalla marijuana sarebbero in grado di contrastare le forme più gravi di cancro al cervello. L'analisi ha dimostrato che tale sostanza è in grado di ridurre addirittura le dimensioni dei tumori
La marijuana nemica delle cellule tumorali. L’ultima conferma, e una delle più clamorose, arriva dalla FDA. L’americana Food and Drug Administration ha ammesso infatti che alcune sostanze derivanti dalla cannabis sarebbero in grado di contrastare le forme più gravi di cancro al cervello. L’analisi ha dimostrato che tale sostanza è in grado di ridurre addirittura le dimensioni dei tumori.
I test già effettuati hanno messo nero su bianco il fatto che, combinate con la radioterapia, tali sostanze avevano il pregio di facilitarne l’azione sulle cellule tumorali, distruggendole più velocemente. E anche la FDA ne ha preso atto in un documento pubblicato all’inizio di aprile.
Il rapporto, finanziato dal governo con il compito di studiare l’abuso di droga e la tossicodipendenza, ha avuto un esito probabilmente insperato, portando non solo i ricercatori ma anche le autorità ad ammettere che la marijuana possa essere utile per uccidere tipi specifici di tumori cerebrali.
Ciò non significa che la FDA ha dato il via libera assoluto alla cannabis. Essa infatti non ha ancora riconosciuto o approvato la pianta di marijuana come vera e propria “medicina”. Ma qualche passo in avanti è già stato condotto ancor prima degli esiti dell’ultima ricerca.
Lo studio scientifico sui prodotti chimici della marijuana, i cosiddetti cannabinoidi, ha portato la FDA ad approvare due farmaci, che trattano la nausea causata dalla chemioterapia e aumentano l’appetito nei pazienti con perdita di peso causata da AIDS.
L’analisi arriva in un momento particolare per l’amministrazione a seguito di un annuncio da parte del Dipartimento di Giustizia, che continuerà a perseguire i casi di marijuana usata per scopi medici, al contrario di quanto stabilito dal Congresso.
Il Drug Policy Alliance Director of National Affairs, Bill Piper, ha criticato il Dipartimento di Giustizia, dicendo che sta sfidando la volontà degli elettori: “Attualmente, 23 Stati e il District of Columbia hanno leggi che legalizzano e regolano la marijuana per scopi medicinali”.
Dal 1996, 20 stati e Washington DC hanno approvato leggi che consentono alla marijuana di essere utilizzata per una varietà di condizioni mediche. Ciò non significa che tale sostanza sia legale. L’uso di marijuana continua ad essere un reato per il diritto federale. Le leggi variano notevolmente e molti stati stanno vivendo dibattiti interni molto forti sulla sicurezza, l’efficacia e la legittimità delle norme sulla marijuana.
Gli scienziati Usa stanno anche conducendo studi preclinici e clinici con la marijuana e i suoi estratti per il trattamento di numerose patologie e condizioni, come le malattie autoimmuni, l’Aids, la sclerosi multipla, il morbo di Alzheimer.
E in Italia? Nel nostro paese è in crescita il numero di Regioni che hanno detto sì all’uso della marjuana a scopi terapeutici. E si parla già di avvio della produzione nella fabbrica militare di Firenze.
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