Un team di scienziati del Dana-Farber Cancer Institute della Harvard University ha pubblicato i risultati di uno studio rivelando che una sostanza chimica presente nella cannabis ha dimostrato "un potenziale terapeutico significativo" nel trattamento del cancro al pancreas.
Un team di scienziati del Dana-Farber Cancer Institute della Harvard University ha pubblicato i risultati di uno studio rivelando che, una sostanza chimica presente nella cannabis, ha dimostrato “un potenziale terapeutico significativo” nel trattamento del cancro al pancreas.
Già una precedente ricerca aveva notato come la cannabis possa essere utile a contrastare il tumore al pancreas. Ora un’altra interessante novità arriva da Boston dove è stato evidenziato come un composto della marijuana, ma stavolta non un cannabinoide, possa essere utile nel trattamento di questo cancro particolarmente mortale (il tasso di sopravvivenza a cinque anni è solo dell’8%).
Il farmaco specifico utilizzato nell’esperimento sulle cellule tumorali è chiamato FBL-03G ed è un derivato di un “flavonoide” presente appunto nella cannabis. I flavonoidi della cannabis sono stati scoperti da una ricercatrice londinese di nome Marilyn Barrett nel 1986 e in seguito sono stati evidenziati i loro benefici effetti anti-infiammatori.
I ricercatori del Dana-Farber hanno deciso di prendere il potenziale terapeutico di uno di questi flavonoidi per testarlo su uno dei tumori più pericolosi tramite esperimenti di laboratorio.
Uno dei motivi per cui questo cancro è particolarmente pericoloso è che le cellule tumorali si adattano al trattamento e diventano resistenti. Nello studio si è visto però che, quando il cancro ha incontrato questo particolare flavonoide derivato dalla cannabis, le cellule tumorali esposte al suo effetto (oltre che alle radiazioni) hanno sofferto “un notevole aumento” della morte cellulare.
I risultati, pubblicati su Frontiers of Oncology, come dichiarato da Wilfred Ngwa, assistente professore di Harvard e ricercatore che ha preso parte allo studio, sono stati dunque “importanti”.
“La conclusione più significativa è che il rilascio di flavonoidi derivati dalla cannabis e mirati al tumore, ha permesso l’uccisione di cellule tumorali sia locali che metastatiche, aumentando in modo significativo la sopravvivenza dal cancro del pancreas. Questo ha un significato importante, dato che il cancro del pancreas è particolarmente refrattario alle attuali terapie”, ha dichiarato Ngwa.
Il flavonoide della cannabis sarebbe dunque in grado di agire anche sulle metastasi:
“Siamo rimasti piuttosto sorpresi dal fatto che il farmaco potrebbe inibire la crescita delle cellule tumorali in altre parti del corpo, che rappresentano metastasi, che non sono state prese di mira dal trattamento. Ciò suggerisce che anche il sistema immunitario è coinvolto e attualmente stiamo studiando questo meccanismo. Se tradotto con successo clinicamente, questo avrà un grande impatto nel trattamento del cancro del pancreas”.
Ciò concretamente può significare che l’aspettativa di vita di coloro che soffrono di questo tumore, grazie all’utilizzo di questo principio attivo, potrebbe aumentare. Servono naturalmente nuovi studi per confermare questa tesi.
Leggi anche:
- Tumore al pancreas: come il cannabidiolo triplica le possibilità di sopravvivenza
- CDB oil: tutti i benefici dell’olio estratto dalla cannabis
- Cannabis light: proprietà, effetti, rischi e controindicazione della marijuana leggera (e legale) senza thc
- Cannabis terapeutica: dove acquistarla e tutto ciò che c’è da sapere