Una donna malata ha fatto causa a Bayer per il Roundup che le avrebbe provocato il cancro. Suo figlio ha testimoniato al processo
Vi abbiamo parlato già diverse volte delle cause intentate contro Bayer AG (Monsanto) e il suo erbicida Roundup a base di glifosato, che avrebbe provocato il cancro a diverse persone che lo utilizzavano frequentemente. Ora il figlio di una donna malata, ed esposta per anni al pericoloso pesticida, ha portato la sua testimonianza in tribunale.
Donetta Stephens è una donna affetta da linfoma non Hodgkin che ha utilizzato l’erbicida Roundup per decenni prima di ammalarsi e ha poi deciso di fare causa all’azienda che lo produce, la Bayer AG che ha acquisito Monsanto nel 2018.
La donna è una delle decine di migliaia di querelanti che hanno intentato azioni legali contro la Monsanto dopo che gli esperti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), nel 2015, hanno classificato il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo con un’associazione particolare proprio con il linfoma non Hodgkin.
Alcune cause sono state già vinte, vi avevamo parlato ad esempio del caso di Edwin Hardeman, residente in California. Leggi anche: Il glifosato può causare il linfoma non Hodgkin, sconfitta schiacciante per la Bayer
Ma tornando al caso di Donetta Stephens, questo è stato processato dalla Corte Superiore della Contea di San Bernardino in California e pochi giorni fa suo figlio, David Stephens, ha testimoniato raccontando l’uso frequente dell’erbicida fatto dalla madre fin da quando lui era un bambino e l’abitudine della donna di indossare magliette senza maniche e pantaloncini quando spruzzava il diserbante (il che aumenta l’esposizione).
Ha parlato poi anche della scoperta del tumore, della lunga serie di trattamenti medici che sono seguiti, della perdita di memoria della donna e di altri problemi correlati al trattamento oltre che del periodo in cui sua madre è stata ricoverata in ospedale, rischiando più volte di morire. Un vero e proprio calvario che potrebbe essere stato causato dall’esposizione al Roundup.
Fortunatamente Donnetta Stephens è ora in remissione dal cancro ma è rimasta molto debilitata. Continuerà comunque a lottare insieme a suo figlio per confermare la correlazione tra l’utilizzo dell’erbicida e la comparsa della malattia.
E non è la sola, un altro processo questa settimana sempre in California si occuperà di quanto accaduto ad un bambino, Ezra Clark, affetto da linfoma non Hodgkin che è stato “direttamente esposto” al Roundup molte volte mentre accompagnava sua madre che utilizzava il diserbante per uccidere le erbacce intorno alla proprietà di famiglia. Secondo i documenti del tribunale, il bambino giocava in aree su cui era appena stato spruzzato il glifosato.
A Ezra è stato diagnosticato nel 2016, all’età di 4 anni, il linfoma di Burkitt, una forma di linfoma non Hodgkin che ha un’alta tendenza a diffondersi al sistema nervoso centrale e che può coinvolgere anche fegato, milza e midollo osseo.
Bayer, ovviamente, continua a negare qualsiasi correlazione tra il suo prodotto e il cancro ma qualche mese fa ha stanziato ben 2 miliardi di dollari per future richieste di risarcimento per cancro e ha anche annunciato che smetterà di vendere erbicidi a base di glifosato ai consumatori entro il 2023.
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Fonte: US Right to Know
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