Cancro alla prostata: scoperto punto debole finora sconosciuto che potrebbe rivoluzionare le cure

Una recente ricerca ha scoperto un fattore chiave che potrebbe aiutare nella lotta contro il tumore alla prostata che, ad oggi, è uno dei più diffusi e pericolosi, con una mortalità dei pazienti molto elevata

A livello globale, il cancro alla prostata è il tumore non cutaneo più diffuso tra gli uomini. Sulla base di approssimazioni globali, si prevede che un uomo su sei svilupperà il cancro alla prostata nel corso della sua vita, con una mortalità annuale superiore a 375.000 pazienti.

Un contributo significativo a queste tristi cifre è l’innata resistenza delle cellule tumorali alle terapie attualmente disponibili, sottolineando l’urgente necessità di nuove strategie terapeutiche.

Un nuovo studio che ha coinvolto l’Università di Berna, l’Inselspital Bern e l’Università del Connecticut (USA) ha scoperto un punto debole nelle cellule tumorali della prostata.

Abbiamo esaminato più da vicino una certa macchina molecolare chiamata spliceosoma. Questa svolge un ruolo importante nella traduzione dei geni in proteine. In questo processo, lo spliceosoma separa le parti del gene che non sono necessarie per la produzione della proteina e fonde le altre parti.

Nelle loro indagini, il team ha trovato varie indicazioni per il ruolo centrale dello spliceosoma minore nel cancro.

Siamo stati in grado di dimostrare che un componente specifico dello spliceosoma minore è significativamente aumentato nel carcinoma prostatico avanzato.

Ciò ha portato i ricercatori a sospettare che le cellule tumorali attivino lo spliceosoma minore e, attraverso questo componente, stimolino la crescita cellulare incontrollata.

Questa scoperta è un punto di svolta nello sviluppo di terapie combinate più efficaci e mirate per tumori come il cancro alla prostata e altri tipi di cancro. Vogliamo lavorare su questo nei prossimi anni e abbiamo già richiesto il brevetto corrispondente.

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Fonte: Molecular Cell

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