I cambiamenti climatici minacciano la nostra vita sessuale: le 3 conseguenze

Non lo avremmo mai detto ma il riscaldamento globale connesso ai cambiamenti climatici ha effetti negativi anche sulla nostra vita sessuale. Se l'innalzamento del livello del mare, l'alterazione degli habitat, la scomparsa di alcune specie e lo scioglimento dei ghiacciai ci sembravano conseguenze lontane da noi, un nuovo studio diffuso da Bloomberg, forse farà suonare nella nostra testa un forte campanello d'allarme

Non lo avremmo mai detto ma il riscaldamento globale connesso ai cambiamenti climatici ha effetti negativi anche sulla nostra vita sessuale. Se l’innalzamento del livello del mare, l’alterazione degli habitat, la scomparsa di alcune specie e lo scioglimento dei ghiacciai ci sembravano conseguenze lontane da noi, un nuovo studio diffuso da Bloomberg, forse farà suonare nella nostra testa un forte campanello d’allarme.

Il cambiamento climatico è stato accusato di molte cose nel corso degli anni. Mai, fino ad ora, in pochi hanno pensato che potrebbe essere usato come una sorta di contraccettivo. Ironia a parte, secondo il nuovo documento prodotto dal National Bureau of Economic Research (dal titolo “Maybe Next Month? Temperature Shocks, Climate Change, and Dynamic Adjustments in Birth Rates”), il caldo provoca un calo della “frequenza coitale”, letteralmente dei rapporti sessuali.

I tre economisti che hanno portato avanti la ricerca hanno studiato 80 anni di dati mettendo in relazione i livelli di fertilità e la temperatura degli Stati Uniti. Hanno così scoperto che quando la temperatura media superava i 26 gradi, si registrava una evidente diminuzione delle nascite nei successivi 10 mesi. Gli aspiranti genitori poi di solito non tendevano a recuperare il tempo perso nei mesi più freddi.

Inoltre, secondo gli economisti, una giornata in più di caldo porta a un calo dello 0,4% dei tassi di natalità nove mesi più tardi.

I ricercatori, che provengono dalla Tulane University, dall University of California-Santa Barbara, e dalla University of Central Florida, credono che i loro risultati potrebbero fornire ai politici tre cose importanti su cui riflettere:

I tassi di natalità sono in calo dopo le ondate di calore

Con l’aumento delle temperature nei mesi estivi, i paesi sviluppati potrebbero vedere i già bassi tassi di natalità scendere ancora di più. Ciò significa un minor numero di nati, con costi sociali a lungo termine molto pesanti.

Più concepimenti in autunno significa più nascite in estate

A farne le spese sono i nascituri. Secondo lo studio, i neonati venuti al mondo in estate presentano un più alto tasso di cattive condizioni di salute. Una possibilità può essere “l’esposizione nel terzo trimestre a temperature elevate”.

Per approfondire: IL MESE DI NASCITA INFLUENZA LE MALATTIE: più SANI I NATI A MAGGIO

L’aria condizionata potrebbe rivelarsi un afrodisiaco ma…

Il controllo del clima in casa potrebbe fare la differenza. I ricercatori suggeriscono che la diffusione dell’aria condizionata può aver aiutato a compensare alcune perdite di fertilità legate al caldo negli Stati Uniti dal 1970. Ma aria condizionata significa anche maggiore produzione di emissioni inquinanti.

Secondo i ricercatori, i cambiamenti climatici procederanno secondo scenari più gravi se non si faranno nuovi sforzi per ridurre le emissioni. Per dare un’idea, lo studio basato sullo scenario americano ha ipotizzato che da qui al 2099, gli Stati Uniti potrebbero avere più di 64 giorni con temperatura al di sopra dei 26 gradi rispetto al periodo di riferimento 1990-2002, con 31 giorni. Il risultato? Gli Usa sperimenterebbero un calo del 2,6% del tasso di natalità, pari a 107.000 nascita all’anno.

Ci attende un futuro caldo e con meno pargoli tra le braccia?

Francesca Mancuso

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