I cambiamenti climatici comporteranno il ritorno del vaiolo e di altri virus? La malattia contagiosa di origine virale, che nel 30% dei casi risulta fatale, è stata ufficialmente dichiarata dall'Oms come eradicata nel 1980. L'ultimo caso conosciuto di vaiolo nel mondo è stato diagnosticato nel 1977 in Somalia. Ora, però, con lo scioglimento dei ghiacci, alcuni esperti lanciano l'allarme sul possibile sbrinamento di corpi infetti sepolti in Siberia.
I cambiamenti climatici comporteranno il ritorno del vaiolo e di altri virus? La malattia contagiosa di origine virale, che nel 30% dei casi risulta fatale, è stata ufficialmente dichiarata dall’Oms come sradicata nel 1980. L’ultimo caso conosciuto di vaiolo nel mondo è stato diagnosticato nel 1977 in Somalia. Ora, però, con lo scioglimento dei ghiacci, alcuni esperti lanciano l’allarme sul possibile sbrinamento di corpi infetti sepolti in Siberia.
Se ciò si verificasse, potrebbe potenzialmente iniziare un ciclo di infezione non appena qualcuno entrerà in contatto con i resti infetti. In uno scenario apocalittico, dai corpi congelati delle vittime di vaiolo in Siberia, minacciati di scongelamento per via dei cambiamenti climatici, il virus potrebbe tornare nell’ambiente e dare vita a una pandemia globale.
In realtà di questa eventualità si parla da oltre un decennio, come dimostra l’articolo del 2002 di Richard Stone, pubblicato su Science , in cui viene raccontata la vicenda di un gruppo di esperti russi che nel luglio 1991, nel villaggio di Pokhodsk, sopra il Circolo Polare Artico, sarebbe entrato in contatto con numerose vittime di vaiolo del 19 ° secolo mummificate nel permafrost. La scena narrata è così raccappriciante che eviteremo di riportarla.
È, invece, di appena una settimana fa la notizia della scoperta di un nuovo virus gigante, il Pithovirus sibericum, sopravvissuto per più di 30mila anni congelato nel terreno ghiacciato. Secondo i ricercatori francesi e russi del team di Jean-Michel Claverie del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (Cnrs) potrebbe non essere un caso isolato. Lo studio è pubblicato su Pnas.
L’ulteriore e progressivo scioglimento dei ghiacci artici dell’Artico potrebbe davvero far scongelare virus potenzialmente pericolosi per l’uomo o per gli animali, come il vaiolo? Bisogna mettere in conto imminenti contagi? Per ora si tratta solo di un dubbio. Così come è anche per il legame tra cambiamenti climatici e diffusione di malaria e parassiti.
Roberta Ragni
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