Qualche anno fa vi avevamo parlato della pericolosità dei popcorn da microonde aromatizzati al burro a causa di una sostanza dannosa per la salute. La stessa sostanza viene rilasciata dai chicchi di caffè al momento della tostatura e della macinazione. Nessun rischio per i consumatori ma per i lavoratori non si può dire lo stesso
Forse non vi ricorderete, ma qualche anno fa vi avevamo parlato della pericolosità dei popcorn da microonde aromatizzati al burro a causa di una sostanza dannosa per la salute. Ebbene la stessa sostanza sembra essere rilasciata dai chicchi di caffè al momento della tostatura e della macinazione.
L’agente incriminato è il diacetile (“dyacetil” nella denominazione inglese) utilizzato per anni – e lo è ancora – come aromatizzante per conferire l'”aroma al burro” dei pop corn da microonde ma che si può sprigionare anche naturalmente in alcune fasi della lavorazione del caffè.
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Per i consumatori della bevanda più amata del mondo non ci sono rischi, perché si entra poco in contatto con questa sostanza, ma lo stesso non si può dire dei lavoratori che maneggiano e aspirano l’aroma dei chicchi in grandi quantità ogni giorno.
Il diacetile sarebbe la causa della comparsa di una malattia polmonare irreversibile, la bronchiolite obliterante, soprannominata “popcorn lung”. Secondo un documento opera degli investigatori NIOSH (The National Institute for Occupational Safety and Health) pubblicato sul Journal of Industrial Medicine, anche i dipendenti degli impianti di lavorazione del caffè sono a rischio se non si limitano le esalazioni di questa sostanza. Si è arrivati a questa conclusione dopo la segnalazione di 5 lavoratori che in un impianto di trasformazione del caffè in Texas si erano appunto ammalati di bronchiolite obliterante.
Come ovviare a questo problema che mette seriamente a rischio i dipendenti dell’industria del caffè? Rispondono gli esperti del NIOSH: innanzitutto i lavoratori dovrebbero indossare adeguate maschere per evitare le esalazioni dannose almeno fino a che non vengano fatti gli opportuni interventi sul posto di lavoro, volti ridurre i livelli di diacetile e altre sostanze pericolose. Deve essere poi attivato da tutte le aziende un programma di sorveglianza medica che comprenda questionari di salute, test di respirazione (ad esempio la spirometria) o altri screening per valutare eventuali sintomi respiratori o anomalie nei dipendenti.
L’istituto di sicurezza e salute americano ha proposto poi dei limiti da non superare in merito all’esposizione al diacetile e si è già attivato per fare in modo di mettere in sicurezza un certo numero di impianti di lavorazione del caffè attraverso quello che è stato denominato “Health Hazard Evaluation Program”, un programma volto specificatamente a valutare i rischi per la salute di questi e di altri luoghi di lavoro.
La messa a norma di tutte le industrie di caffè potrebbe portare in futuro ad un aumento dei prezzi? Può darsi, ma se è per fare in modo che la nostra tazzina fumante non pesi sulla salute di nessuno, è sicuramente nostro dovere non lamentarci troppo. Scegliamo poi sempre, ove possibile, prodotti del commercio equo e solidale che garantiscono non solo il giusto salario e trattamenti “umani” ai dipendenti ma evitano anche che le persone si ammalino a causa del proprio lavoro.
Francesca Biagioli
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