Al pari di uno sbadiglio o di una risata, sembra che anche il freddo e i brividi possano essere trasmessi da una persona all'altra
Non volete sentire freddo? Non avvicinativi a chi potrebbe contagiarvelo. E già, perché al pari di uno sbadiglio o di una risata, ma anche dello stress, sembra che anche il freddo e i brividi possano essere trasmessi da una persona all’altra.
La causa andrebbe ricercata in una sorta di empatia, un vero e proprio meccanismo cerebrale gestito da quelli che vengono definiti “neuroni specchio”, per cui guardare una persona che ha freddo provocherebbe subito una riduzione della propria temperatura corporea.
Lo hanno dimostrato Neil Harrison e i colleghi dell’Università del Sussex, nel Regno Unito. Alcuni volontari sono stati reclutati per guardare dei video in cui alcuni attori immergevano le mani in acqua ghiacciata. Gli stessi volontari hanno poi subìto un simultaneo calo della temperatura delle mani.
Il perché? Forse il motivo sta nel fatto che “gli uomini sono creature profondamente sociali“, come osserva Harrison. “Osservare persone in condizioni estreme accende un sentimento di empatia. Crediamo che questo fenomeno di ‘imitazione’ di una reazione corporea ci aiuti a capire come si sente la persona che stiamo guardando. Mimandola, abbiamo l’impressione di riuscire a crearci un modello interno del suo stato fisiologico, utile a comprendere meglio le sue motivazioni e sensazioni“.
Insomma, vere e proprie cooperazioni che sarebbero molto difficili senza una capacità di “empatizzare” rapidamente.
Un autentico potere il cui segreto sta proprio nei neuroni specchio, “le cellule nervose localizzate in aree specifiche del cervello, che si accendono quando compiamo un’azione o ne osserviamo una simile negli altri. L’ipotesi è che delle ‘proprietà specchio’ siano diffuse più in generale anche in altre zone cerebrali“.
Volete la prova? Harrison stesso suggerisce un test cinematografico: se guardando “Atanarjuat il corridore” (film del 2001 dove un inuit fugge nudo da un tentativo di omicidio tra le nevi dell’arcipelago artico canadese) ci viene freddo, allora è proprio vero che esiste il “contagio termico”.
Germana Carillo
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