Straordinario! Con un braccio bionico che “aggira” la memoria del cervello Davide studia scienze motorie all’Università

Avevano dovuto amputargli un braccio a seguito di un terribile incidente ma Davide ora ha una nuova vita, grazie ad un braccio bionico che “aggira” la memoria del cervello: lo straordinario intervento, perfettamente riuscito, è stato condotto da un’equipe tutta italiana guidata da Guido Staffa presso il Maria Cecilia Hospital di Cotignola, nel Ravennate, e dà tanta speranza

Davide aveva 16 anni quando, a seguito di un terribile incidente in motocicletta, aveva subito l’amputazione del braccio destro. Ma ora è tornato alla vita e studia per diventare professore di educazione fisica.

Tutto grazie ad un intervento, condotto da un’equipe tutta italiana guidata da Guido Staffa presso il Maria Cecilia Hospital di Cotignola, nel Ravennate, dal quale è uscito con un braccio bionico che “aggira” la memoria del cervello.

Come riporta la pagina web della clinica, si stima che siano oltre 3 mila ogni anno i casi di amputazione dell’arto superiore in Italia, a causa di patologie o eventi traumatici. Le protesi sono già una realtà che permette loro di vivere nella quotidianità. Ma la tecnologia si sta ulteriormente evolvendo, consentendo non solo di avere una protesi ma anche di collegarla a tutto il resto del corpo, con opportuni “cavi elettrici”.

Ed è su questo punto che interviene la tecnica TMR (Targeted Muscle Reinnervation), che consente al paziente di imparare a usare l’arto artificiale, realizzando con un intervento chirurgico gli adeguati “collegamenti” neuro-muscolari.

In estrema sintesi – spiega Marco Cancedda, membro del team che ha condotto l’operazione – l’intervento consiste nel liberare i nervi dalle aderenze cicatriziali post-traumatiche e collegare i nervi che controllavano la funzione dell’arto perso con muscoli della regione della spalla-petto. Questi muscoli target funzioneranno poi come amplificatore di segnale per gli elettrodi della protesi

All’intervento segue poi un opportuno percorso riabilitativo che risulta però in tal modo estremamente facilitato. Così ora Davide Dalpane sta bene e studia per diventare professore di educazione fisica.

Dopo l’incidente per il quale ho perso il braccio desideravo una protesi funzionale e non solo estetica – racconta il ragazzo, oggi maggiorenne – Era il 4 dicembre 2021 quando mi sono sottoposto all’intervento di TMR, sapevo che ci sarebbe voluto del tempo ma già dopo pochi mesi ho visto i primi risultati

Oggi, a distanza di oltre un anno dall’operazione, il giovane paziente può compiere gesti quotidiani con più facilità, dall’aprire la bottiglietta d’acqua, al fare la spesa ma anche usare il tablet e portare il trolley, tenendo in mano dall’altra parte il cellulare). Cose per altri “scontate” ma per chi ha perso un arto non lo sono più.

È una bella sensazione poter fare queste azioni dopo tanto tempo in cui non lo credevo più possibile – continua Davide – Prima dell’incidente giocavo a pallavolo, passione che è proseguita giocando a sitting volley (pallavolo paralimpica)

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E con il presente ora si pensa al futuro.

Mi sono iscritto all’università e studio per diventare professore di educazione fisica, con la speranza in futuro di poter mostrare come la menomazione non costituisca necessariamente un limite e come affrontare un problema ricavandone una nuova opportunità

In bocca al lupo Davide!

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Fonte: GMV/Maria Cecilia Hospital

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