Esistono alternative al BPA? Il bisfenolo A, una sostanza chimica presente in molte materie plastiche che imita gli estrogeni, sta incrementando il nostro rischio di obesità, diabete e tumori. Molte aziende hanno dunque iniziato ad eliminare gradualmente il suo impiego, ma molti prodotti in scatola e contenitori in plastica lo includono ancora. Una nuova sostanza ricavata dagli scarti di produzione della carta potrebbe sostituirlo.
Esistono alternative al BPA? Il bisfenolo A, una sostanza chimica presente in molte materie plastiche che imita gli estrogeni, sta incrementando il nostro rischio di obesità, diabete e tumori. Alcune aziende hanno dunque iniziato ad eliminare gradualmente il suo impiego, ma molti prodotti in scatola e contenitori in plastica lo includono ancora. Una nuova sostanza ricavata dagli scarti di produzione della carta potrebbe sostituirlo.
I ricercatori dell’Università del Delaware avrebbero individuato un’alternativa più sicura e più verde al Bpa. La lignina potrebbe essere utilizzata per creare bisguaiacol-F (BGF), un composto con una struttura molecolare simile al BPA, ma senza la capacità di interferire con il nostro sistema ormonale. Lo studio in questione porta il titolo di “Tackling toxicity: Designing a BPA alternative from lignin”.
Gli esperti hanno utilizzato un software della US Environmental Protection Agency per valutare la molecola e confermarne la tossicità inferiore rispetto al BPA. “Sappiamo che la struttura molecolare del BPA gioca un ruolo importante nell’interferire con i nostri ormoni naturali, con particolare riferimento agli estrogeni. Abbiamo sfruttato questa conoscenza nella progettazione del BGF, che non interferisce con gli ormoni ma conserva le proprietà termiche e meccaniche del BPA” – hanno spiegato i ricercatori.
Ad oggi, circa 3,5 milioni di tonnellate di BPA vengono ricavate ogni anno dal petrolio, mentre circa 70 milioni di tonnellate di lignina sono prodotte come scarto di fabbricazione della carta. Gran parte della lignina viene impiegata per ottenere piccole quantità di energia mediante incenerimento.
Potremmo dunque recuperare questo sottoprodotto della fabbricazione della carta per rendere le materie plastiche più sicure. I ricercatori hanno da poco presentato i propri risultati in occasione del National Meeting and Exposition della American Chemical Society. Gli esperti prevedono che il BGF sarà pronto a sostituire il BPA entro 5 anni.
Marta Albè
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