Allarme batteri super resistenti agli antibiotici. Un’epidemia che arriva nei nostri piatti

Batteri super resistenti agli antibiotici. Report ha fatto analizzare trenta confezioni di carni suine comprate in tre grandi distribuzioni per cercare la presenza di un clone di stafilococco aureus, uno dei più pericolosi perché resistente agli antibiotici. E indovinate un po'? Siamo sicuri che non guarderete più allo stesso modo la carne che mangiate

Batteri super resistenti agli antibiotici, negli ultimi anni il problema si sta aggravando. Ve ne parliamo da tempo e in diversi articoli abbiamo fatto il punto sulle cause della situazione, dall’abuso di farmaci nelle cure mediche all’impiego eccessivo di antibiotici negli allevamenti. Ora negli Usa è scattato un nuovo allarme e proprio ieri sera Report ha dedicato un servizio ai super batteri.

Negli Usa una donna è stata colpita da un batterio super resistente ai nuovi antibiotici. L’allarme giunge dal Dipartimento della salute degli Stati Uniti. Nelle urine di una donna che vive in Pennsylvania è stata individuata la presenza di una specie di Escherichia coli resistente agli antibiotici di ultima generazione.

Gli esperti dovrebbero riuscire a prendersi cura di questo caso ricorrendo ad altri farmaci, come antibiotici già conosciuti in passato, ma la preoccupazione maggiore è legata alla possibilità che le mutazioni genetiche riscontrate nell’Escherichia coli possano intaccare anche altri batteri. I batteri super resistenti sono una realtà passata troppo a lungo sotto silenzio, anche se sono da anni già presenti nel nostro Paese (e le infezioni che comportano possono risultare mortali).

Che cosa sta succedendo nel mondo? La problematica è nota da tempo, ma finalmente, almeno lo speriamo, si comincerà a parlarne in modo più esteso in Italia, anche come conseguenza dell’ultima puntata di Report. La trasmissione ha evidenziato quello che qui raccontiamo da tempo, cioè che la diffusione dei batteri super resistenti è legata strettamente agli allevamenti intensivi, dentro cui finisce ben il 70% degli antibiotici prodotti nel mondo. Il loro utilizzo a oggi resta in gran parte ineliminabile, tenuto conto che le condizioni di sovraffollamento e di promiscuità in cui vivono gli animali in questi luoghi lo rendono una necessità, anche al fine di prevenire il diffondersi di malattie.

Nell’ultimo secolo gli antibiotici hanno contribuito al progresso della medicina, ma ora il loro abuso sta portando a conseguenze forse inaspettate: gli antibiotici finiscono in ciò che mangiamo e i batteri super resistenti si fanno strada tra allevamenti e animali, fino ad arrivare nel nostro corpo.

Report ha sottolineato che l’Unione Europea si sta occupando della questione a partire, ad esempio, dagli allevamenti avicoli dove sono stati rilevati dei livelli preoccupanti di batteri super resistenti. Ma si è accorta del problema tardi e si limita a fare pochi controlli.

Ci si chiede se ora ci troviamo davvero ad un passo dalla pandemia. L’ultimo allarme in questo senso è giunto dalla Gran Bretagna, mentre poche settimane fa in Italia CIWF ha lanciato una petizione per chiedere al ministro della Salute Lorenzin di intervenire per gestire la situazione dell’eccessivo impiego di antibiotici negli allevamenti.

Dal servizio di Report emerge che Danimarca e Paesi Bassi sono già intervenuti per ridurre il rischio di infezione negli ospedali, mentre a quanto pare nel resto d’Europa non si sta ancora entrando in azione e si nascondono le cause del problema. In particolare, si tende a chiudere gli occhi di fronte all’abuso di antibiotici negli allevamenti, che rappresenterebbero la fonte di provenienza principale dei batteri super resistenti.

A Report il ministro Lorenzin ha dichiarato che: “È in agenda una politica a tutto tondo sulla resistenza agli antibiotici che purtroppo è la prima causa di morte negli ospedali del mondo, non nel nostro Paese”.

Eppure dalla trasmissione è emerso che la preoccupazione per le infezioni causate dai batteri super resistenti negli ospedali italiani esiste già. Dal nostro punto di vista pensiamo che sarebbe bene intervenire al più presto prima che la situazione si aggravi. Report ha fatto analizzare trenta confezioni di carni suine comprate in tre grandi distribuzioni per cercare la presenza di un clone di stafilococco aureus, uno dei più pericolosi perché resistente agli antibiotici. E indovinate un po’? Siamo sicuri che non guarderete più allo stesso modo la carne che mangiate.

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“Tutto questo è dovuto ad un sistema di produzione che definire folle è poco. Solo in Italia centinaia di milioni di animali sono tenuti in condizioni estreme, costretti in piccoli spazi e selezionati per crescere rapidamente in pochissimo tempo. Gli antibiotici sono fondamentali per tenere in vita esseri viventi in condizioni altrimenti impossibili. E adesso vengono fuori anche conseguenze devastanti per gli umani, a riprova che il modello alimentare attuale non è sostenibile da nessun punto di vista: causa sofferenze, è crudele, genera malattie e adesso sappiamo anche che contribuisce a quella che potrebbe diventare una vera e propria pandemia”, sottolinea Essere Animali, che ha collaborato alla realizzazione del servizio.

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