Alcune droghe allucinogene, somministrate in modo controllato, potrebbero aiutare a contenere il numero dei pazienti affetti da patologie psicologiche
Dallo scorso primo luglio, l’utilizzo di MDMA e psilocibina a fini terapeutici diventa possibile in Australia: si tratta del primo Paese che apre all’uso (controllato) di droghe psichedeliche per il trattamento di alcune patologie psicologiche.
Il nuovo provvedimento era stato già annunciato lo scorso febbraio dall’ente regolatore australiano dei medicinali, Therapeutic Goods Administration, dopo aver accuratamente vagliato i vantaggi e i limiti di questa decisione.
L’MDMA (metilendiossimetamfetamina), meglio nota come ecstasy, sarà utilizzata per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico. La psilocibina, uno psichedelico che costituisce il composto attivo nei funghi magici, sarà invece prescritta per trattare forme di depressione resistenti alle cure tradizionali.
Con questo provvedimento, le due sostanze passano dal livello di rischio 9 (sostanze proibite) al livello 8 (droghe controllate) per l’utilizzo in un programma di psicoterapia assistita da sostanze psichedeliche.
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L’uso delle droghe per i disturbi psicologici
Stando agli ultimi dati, circa due milioni di australiani sono affetti da disturbo da stress post-traumatico o da depressione: si tratta di numeri molto importanti, che incidono sul welfare del Paese e che potrebbero essere contenuti da un uso assennato e consapevole delle droghe allucinogene, secondo le autorità sanitarie.
Ma, ovviamente, ci sono rischi connessi all’utilizzo di queste sostanze, poiché esse causano dipendenza e potrebbero essere usate in modo sconsiderato, provocando danni piuttosto che curando le malattie.
La legge prevede che esse potranno essere prescritte solo dagli psichiatri, dopo che questi avranno ricevuto una speciale autorizzazione dalla Therapeutic Goods Administration, e solo per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico o della depressione.
Inoltre, i pazienti che si sottoporranno a questa terapia non disporranno delle droghe per uso domestico: la somministrazione dei farmaci avverrà solo in contesti controllati, all’interno di cliniche o strutture ospedaliere.
Prima dell’inizio del trattamento, ai pazienti saranno fornite informazioni in merito alla cura, al dosaggio somministrato, alla durata dell’intero trattamento, all’interno di uno specifico protocollo.
Queste nuove cure saranno probabilmente molto costose, almeno nelle prime fasi, e quindi inaccessibili a molti australiani: si stima che un ciclo di sessioni assistite da sostanze psichedeliche possa arrivare a costare tra i 15.000 e i 25.000 dollari.
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Fonti: Australian Government / Nature
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