Quando ti esponi al sole fai attenzione agli agrumi: rischi un “margarita burn” (e non è un cocktail)

Il "margarita burn" è un'ustione che avviene a causa di una fotosensibilizzazione dovuta alla presenza di agrumi o altri ingredienti sulla pelle. Questa è provocata più precisamente dalla presenza di furocumarine all'interno di alcuni alimenti o piante, scopriamo come evitarla

Avete mai sentito parlare di margarita burn? Probabilmente no, con questo termine ci si riferisce alla reazione fotosensibilizzante che possono provocare alcuni ingredienti di uso comune come limone, lime o sedano.

In pratica, se su una zona della nostra pelle cadono gocce di succo di limone o lime o magari sgranocchiamo del sedano e ne rimangono tracce intorno alla bocca, rischiamo di veder comparire una reazione cutanea, un’irritazione della pelle che è conseguenza di una reazione alla luce solare.

I sintomi più comuni di questa scottatura sono bruciore, prurito, arrossamento o addirittura comparsa di vesciche sulla pelle. A differenza delle più comuni scottature solari, le cosiddette margarita burn sono spesso molto asimmetriche.

Fate attenzione quindi alla combinazione agrumi e sole, soprattutto se siete abituati a consumare limonate o magari cocktail a base di lime in spiaggia.

Ma come mai gli agrumi possono far scatenare questa reazione cutanea a contatto con la luce solare? La risposta sta in un componente di questi alimenti, le furocumarine, una classe di sostanze chimiche che si trovano anche in altre piante e frutti.

Quali sono gli alimenti più rischiosi quando ci esponiamo al sole

Come già detto, tra gli alimenti a cui prestare attenzione vi sono agrumi come limone e lime ma anche mandarini, pompelmi e arance.

Come ha ricordato Shehla Admani  dermatologa pediatrica presso la Stanford Medicine Children’s Health in California, dobbiamo però stare attenti anche a:

  • sedano
  • carote
  • prezzemolo
  • fichi
  • mango
  • finocchio
  • pastinaca

tutti alimenti che contengono furocumarine.

È importante notare che la quantità di furocumarine può variare da alimento ad alimento, generalmente questi composti sono più concentrati nelle parti esterne, come la buccia o le foglie, rispetto alla polpa di frutta o verdura.

Ricordiamo che il pericolo è quando parti degli alimenti sopracitati finiscono e rimangono sulla pelle durante l’esposizione al sole.

A rischiare di più una scottatura di questo tipo sono soprattutto i bambini, più distratti quando mangiano e che hanno maggiori possibilità di far cadere cibi e succhi sulla loro pelle.

Attenzione anche ad alcune piante, vi avevamo raccontato qualche tempo fa il caso di alcuni bambini che avevano riportato ustioni dopo aver giocato con frutti e foglie di fico, colpa delle furanocumarine presenti nel lattice del fico.

Leggi anche: Bambini ustionati in Francia: attenzione alle foglie di fico (e non solo)

Come evitare una “margarita burn”

Per evitare una spiacevole scottatura basta seguire dei semplici suggerimenti:

  • lavarsi le mani e le altre parti esposte della pelle immediatamente dopo aver maneggiato o mangiato agrumi, sedano, carote, prezzemolo, fichi, mango e ghiaccioli con vero succo
  • non spalmare prodotti per il corpo contenenti agrumi o alcuni oli vegetali prima di esporsi al sole
  • indossare pantaloni e magliette a maniche lunghe nelle zone boschive e in giardino perché anche alcune piante, come ad esempio il pizzo della regina Anna, contengono furocumarine

Come trattare un’ustione “margarita burn”

Se vi accorgete di trovarvi alle prese con un’ustione da fotosensibilizzazione, la prima cosa da fare ovviamente è non esporsi più al sole e lavare la parte interessata con acqua.

Il problema, però, è che ci si accorge spesso solo dopo un giorno dell’ustione, in questo caso è possibile solo trattare in maniera sintomatica i fastidi, con impacchi freschi sulla pelle o pomate specifiche che potete trovare in farmacia.

Se almeno il 30% del corpo è interessato dalle ustioni o vi è preoccupazione perchè vi sono ferite cutanee aperte che rischiano di infettarsi, meglio contattare il medico di base, il pediatra o un dermatologo.

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Fonte: Consumer Reports

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