Ashwagandha, il ginseng che cura tutto, anche i tumori

E' conosciuta soprattutto per le sue proprietà afrodisiache e, infatti, fin dall'antichità è stata utilizzata contro i disturbi sessuali. Ma parlare dell'Ashwagandha o Withania somnifera solo in questi termini è decisamente riduttivo. Perché questa pianta dal nome impronunciabile, che altri non è che il ginseng indiano, è un concentrato di principi in grado di combattere e prevenire naturalmente i disturbi più disparati

È conosciuta soprattutto per le sue proprietà afrodisiache e, infatti, fin dall’antichità è stata utilizzata contro i disturbi sessuali. Ma parlare dell'”Ashwagandha” o “Withania somnifera” solo in questi termini è decisamente riduttivo. Perché questa pianta dal nome impronunciabile, che altri non è che il ginseng indiano, è un concentrato di principi in grado di combattere e prevenire naturalmente i disturbi più disparati.

Non a caso, l'”Ashwagandha” rappresenta una delle piante cardini nell’ambito della medicina ayurvedica da oltre 3000 anni, soprattutto come adattogeno. I rimedi adattogeni, secondo la tradizione ayurveda, fungerebbero un po’ come i nostri anticorpi, accrescendo la resistenza alle malattie anche nell’organismo malato e normalizzandone le condizioni patologiche. In particolare, il ginseng indiano sarebbe impiegato nel trattamento dell’ansia, dello stress, dei disordini neurlogici, di quelli cognitivi e nelle infiammazioni. Ma anche come tonico per il fegato, antinfiammatorio, astringente e, più recentemente, nel trattamento delle malattie dell’apparato respiratorio come bronchite e asma, contro l’ulcera o i disturbi del sonno.

Come fanno, inoltre, notare anche gli amici di wellMe.it, “alcuni studiosi lo stanno testando sui malati di osteoartrite, appurando una riduzione del dolore e della disabilità. Per altri è oggetto di studi per le sue proprietà anticancerose “.

Una sorta di panacea naturale, dunque, che sarebbe efficace anche contro il cancro, di cui però non bisogna assolutamente abusare, soprattutto in associazione con farmaci ansiolitici o a ridosso di interventi chirugici che prevedano un’anestesia generale date le elevati effetti sedativi dell'”Ashwagandha”. Anche se al momento non sono disponibili dati sull’eventuale tossicità, sono stati, infatti, riscontrate alcune piccole controindicazioni in caso di assunzione di elevati dosaggi come ad esempio disturbi gastrointestinali, vomito e diarrea.

Ma dove reperire questo toccasana naturale? Ovviamente nelle erboristerie e nei negozi specializzati dove è possibile trovarlo solo sottoforma di estratto secco delle radici essendo stati i semi “banditi” dal Disegno di legge del 1996. Anche se naturale, dunque, si consiglia comunque, un po’ come tutti i rimedi, di consultare prima il proprio medico curante.

Simona Falasca

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