L'Artemisinina si è già mostrata efficace contro la malaria ma oggi l’interesse principale della ricerca si sta concentrando sulle potenzialità anticancerogene di questo principio attivo estratto dalla pianta Artemisia
L’artemisinina è il principio attivo contenuto nella artemisia, una pianta conosciuta da millenni e utilizzata in particolare dalla medicina tradizionale cinese come rimedio contro la febbre e le problematiche gastrointestinali. Negli scorsi decenni questa pianta si è mostrata particolarmente efficace anche contro la malaria tanto che sono stati realizzati dei veri e propri farmaci che la contengono ma oggi l’interesse principale della ricerca si sta concentrando sulle sue potenzialità anticancerogene.
Alcuni studi hanno mostrato l’efficacia di questo estratto. Una delle ricerche più interessanti è senza dubbio quella condotta da Henry Lai e Narendra Singh presso l’Università di Washington che ha mostrato come l’artemisinina riesca ad essere efficace contro il cancro al seno producendo l’apoptosi (ovvero la morte) delle cellule cancerogene in maniera molto rapida.
“Non solo sembra essere efficace, ma è anche molto selettiva – ha dichiarato Lai – E ‘ altamente tossica per le cellule tumorali, ma ha un impatto marginale sulle cellule normali del seno”. Ciò significa che questa sostanza avrebbe il vantaggio di riuscire ad agire esclusivamente sulle “cellule cattive”. Il meccanismo è lo stesso con il quale si controlla la malaria: il composto reagisce con l’alta concentrazione di ferro presente nelle cellule tumorali che se ne servono per replicare il Dna e così moltiplicarsi.
Appurato questo, l’idea di Lai e Singh, è stata quella di aggiungere alla somministrazione di artemisinina anche quella di ferro, in questo modo il principio attivo può andare ad attaccare proprio in maniera selettiva le cellule pericolose.
Se vi interessa approfondire l’argomentoQUI trovate un elenco di studi fatti sull’artemisinina in questi ultimi anni.
Ma cosa ne pensano gli esperti? Queste teorie, per ora sperimentate solo in vitro, potrebbero portare a sviluppare terapie anti cancro o preventive? In un’intervista a Panorama.it Marco Pierotti, dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha dichiarato: “Si tratta di studi interessanti e che hanno un fondamento. Anche se a prima vista si potrebbe pensare ad una di quelle notizie da lasciar perdere, esistono studi in proposito fin dal 2001. Diciamo che può dare degli effetti positivi là dove c’è un’alta concentrazione di ferro, situazione che si verifica in alcuni tipi di tumore (non tutti, però), per garantire la rapida riproduzione delle cellule tumorali, sulle quali questa erba risulta tossica”.
Secondo Pierotti però servono ancora diversi studi e dunque diversi anni per poter davvero arrivare ad utilizzare questo principio attivo nella lotta contro il cancro. In effetti dei vari studi che riguardano l’artemisinina che si trovano raccolti su PuBMed, solo alcuni riguardano la sperimentazione contro i tumori e sembra che nessuno sia ancora stato effettuato su esseri umani. C’è dunque ancora molta strada da fare e tanto da capire.
EFFETTI COLLATERALI
C’è infine un altro aspetto da valutare, ed è quello dei possibili effetti collaterali di questa pianta. Se si è allergici ai pollini non è raro incorrere in fenomeni allergici di vario genere ma possibili effetti sgraditi di questa pianta possono essere anche vomito e diarrea con crampi. Di solito quindi non si fa mai assumere a chi soffre di gastrite o ulcere. Assolutamente bandita anche in gravidanza.
Francesca Biagioli
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