Al Senato è stato approvato un emendamento che autorizza la vendita di Cannabis light in Italia purché il thc sia inferiore allo 0,5%.
Questa notte è stato approvato al Senato un emendamento a firma di M5S, LEU e PD, per autorizzare la vendita di cannabis light in Italia, dove sono indicati il contenuto massimo di principio attivo e la tassazione da applicare pari a 0,4 euro per grammo sul prodotto finito.
La vendita dell’infiorescenza di canapa, della biomassa e dei preparati a base di Cbd, sarà quindi possibile se il thc è inferiore allo 0,5%, evitando ai commercianti rischi dovuti ai controlli sulla quantità di principio attivo thc, che finora variava da 0,2 a 0,5% a seconda della fonte, creando parecchio caos.
Pertanto grazie a questo subemendamento, che dovrebbe diventare effettivo a partire dal primo gennaio 2020 se verrà approvato, cosa altamente probabile, la canapa light potrà essere non solo coltivata, come previsto già dalla legge 242 del 2016, ma anche venduta perché non più considerata, sotto lo 0,5% di thc, sostanza stupefacente.
Un’ottima notizia per le oltre 3mila aziende e i mille negozi sparsi in tutta Italia che ruotano intorno alla cannabis. Un settore innovativo che come ha dichiarato su Twitter Luca Fiorentino, 24enne fondatore e ceo di Cannabidiol Distribution, offre lavoro a 14.000 giovani italiani, nel 2018 ha avuto un indotto di 150 milioni, contribuisce all’economia verde e alla lotta alle mafie.
Il senatore M5s Matteo Mantero ha così commentato l’approvazione sulla propria pagina fb:
Grazie al lavoro svolto insieme al collega e amico Francesco Mollame, poco fa abbiamo approvato uno dei nostri emendamenti sulla canapa industriale. È quello meno ambizioso, che riguarda principalmente la biomassa, ma che comunque modifica le legge sulla canapa completandola e soprattutto modifica il testo unico per gli stupefacenti stabilendo una volta per tutte che sotto lo 0,5% di thc la canapa non si può considerare sostanza stupefacente.
Aggiungendo che finalmente i canapicoltori e i negozianti italiani che vendono canapa potranno lavorare in tranquillità, oltre i pregiudizi:
“Non è il punto di arrivo, anzi solo quello di partenza, ma oggi abbiamo dato la prima spallata all’assurdo muro di pregiudizio, che ancora circonda questa pianta. I canapicoltori e negozianti italiani potranno lavorare un po’ più tranquilli.”
D’altra parte Francesco Mollame ha specificato che questo emendamento va ad integrare la legge 242/2016 rendendola più chiara in materia di vendita e offrendo norme più sicure per chi lavora e per gli stessi consumatori:
Andiamo ad integrare la legge 242/2016 dove non si parlava specificamente di vendita e a definire, una volta per tutte, che se una pianta ha un tenore di THC non superiore allo 0,5% non può essere considerata uno stupefacente. È … che della cannabis non si butta via niente!
Norme più sicure per chi lavora, per chi investe e per i consumatori.
Per un’economia sempre più GREEN ????
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