Mesotelioma - tumore da amianto. Un team di ricerca tutto italiano è riuscito a individuare la mutazione genetica alla base della diffusione così aggressiva di questo tumore che a 3 anni dalla diagnosi, offre un’aspettativa di vita dell’8%.
Amianto e tumori. In una parola Mesotelioma, una termine che forse non avrete mai sentito, si tratta infatti di un particolare tipo di tumore che colpisce le cellule del mesotelio, ovvero quelle che si trovano all’esterno di cavità sierose del corpo come pleura, peritoneo e pericardio. Questo tipo di tumore è associato all’ e, una volta diagnosticato, offre davvero poche speranze di vita. Oggi però in Italia si è fatto un nuovo decisivo passo avanti sul fronte ricerca.
Un team del dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, in collaborazione con l’ospedale San Antonio e Biagio di Alessandria è riuscito ad individuare la mutazione genetica alla base della diffusione così aggressiva di questo tumore che a 3 anni dalla diagnosi, offre un’aspettativa di vita dell’8%.
Alla guida dell’équipe il professor Giorgio Scagliotti che ha spiegato il metodo utilizzato durante la ricerca per arrivare a questi risultati:
“Abbiamo utilizzato un approccio mirato per valutare retrospettivamente alterazioni in 52 geni, fra quelli più frequentemente mutati nei tumori, in 123 pazienti con mesotelioma maligno della pleura in stadio avanzato. Il sequenziamento di nuova generazione è un metodo affidabile: si concentra infatti su un gruppo specifico di geni invece di ricorrere al più complesso sequenziamento dell’intero genoma. Questo procedimento ha il potenziale per descrivere il tipo, la posizione e il numero di mutazioni genetiche nel mesotelioma e consente di identificare associazioni con le caratteristiche del paziente, compresi i dati di sopravvivenza”.
Queste mutazioni, tra l’altro, sono state definite temporanee e ciò potrebbe essere la spiegazione alla base del fatto che questo tipo di tumore compare dopo 20 o addirittura 40 anni dalla prima esposizione all’amianto.
La scoperta, tutta italiana, a detta dei ricercatori porterà alla nascita di nuove terapie mirate e molto più efficaci di quelle oggi disponibili. E questo è un notevole passo avanti considerando che nel 2014 nel nostro paese sono stati diagnosticati 1800 nuovi casi di mesiotelioma.
La ricerca è stata pubblicata sul Journal of thoracic oncology, rivista dell’Associazione internazionale per lo studio del carcinoma polmonare.
Francesca Biagioli
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