Ambrosia: arriva dagli Usa l’allergia sconosciuta che sta colpendo i bimbi italiani

Una inedita allergia: quella all'ambrosia, la pianta originaria degli Usa che fiorisce da circa metà agosto sino all'arrivo di temperature più fredde e possiede tra i più allergenici di tutti i pollini. Non a caso è proprio il mese di agosto a portare a Roma e nel Centro Italia la nuova allergia, fino ad ora "sconosciuta" in quest'area del Paese.

Una inedita allergia: quella all’ambrosia, la pianta originaria degli Usa che fiorisce da circa metà agosto sino all’arrivo di temperature più fredde e possiede tra i più allergenici di tutti i pollini. Non a caso è proprio il mese di agosto a portare a Roma e nel Centro Italia la nuova allergia, fino ad ora “sconosciuta” in quest’area del Paese.

Se ne è parlato nel corso del convegno “Club allergologici: la rinite allergica nell’infanzia” promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nella nuova sede di Roma-San Paolo, alla presenza di uno dei massimi esperti mondiali di allergie, la dottoressa Ruby Pawankar. Sono proprio gli specialisti dell’Ospedale Pediatrico a segnalare come tra i piccoli sottoposti a valutazione allergologica e trovati allergici ai pollini, siano stati il 3% nel primo semestre dell’anno quelli sensibili all’ambrosia.

Fino ad oggi quest’allergia aveva interessato solo le regioni settentrionali dell’Italia. Certo, a Roma l’ambrosia non è del tutto una novità: basti pensare che veniva consumata sulle mense dell’età imperiale come ‘nettare degli dei’. Tuttavia non è mai fiorita in area mediterranea. È invece pianta erbacea originaria dell’America: negli Stati Uniti ben il 40% della popolazione risulta essere allergico.

Oggi, però, questa pianta, che arriva a produrre fino a mille miliardi di granuli di polline e a saturare l’aria di due milioni di granuli per metro cubo, ha attecchito un po’ in tutta Europa, nella valle del Rodano e in Ungheria, per poi passare in Austria ed infine nel Nord Italia, tanto che in Lombardia la lotta a questa pianta è divenuta obbligatoria per legge. Ma mai fino alle aree del Mediterraneo.

L’arrivo dell’ambrosia nella Capitale era stato segnalato dai botanici già da qualche anno. La stagione pollinica romana inizia a febbraio–giugno con gli alberi (cipresso, nocciolo, olmo, frassino, pioppo, betulla, ontano, carpino, platano, quercia, olivo) e le graminacee, ma sviluppa una seconda ondata in estate-autunno. Protagoniste ne sono erbe come il farinaccio, l’artemisia, il tarassaco, le poligonacee e l’ambrosia. Qualche anno dopo essere entrata nel teleobiettivo dei pollinologi, quest’erba comincia ora a colpire i bambini di Roma e del Centro Italia, dove si registra la prima incidenza sensibile della presenza dell’allergia.

Il periodo di fioritura dell’ambrosia ha inizio a partire dal mese di agosto. La grande quantità di polline prodotto è la causa della forte allergenicità posseduta da questa pianta, che può causare inoltre fenomeni di sensibilizzazione verso altre composite. L’erba nasce al di sotto dei 400 metri di altitudine e predilige i bordi delle strade, le massicciate ferroviarie, i terreni incolti e si trova anche nelle coltivazioni come infestante.

Come è arrivata in Europa, in Italia, a Roma? Dapprima via cargo (probabilmente con sementi di cereali importate dagli USA) e ora via autostrada. Infatti il polline di ambrosia ha piccoli aculei che lo agganciano agli pneumatici dei veicoli e – partendo dall’aeroporto di Malpensa – si è diffusa in Lombardia, Piemonte, Emilia e ora fa capolino al Centro Italia.

COSA FARE – In conclusione, se il bambino, a primavera finita, continua a starnutire o strofinarsi il naso per il prurito, potrebbe essere allergico proprio all’ambrosia. I sintomi si curano come quelli di altre pollinosi, anche se c’è da tener presente che quella all’ambrosia è una rinite particolarmente forte e può quindi essere necessario spingere le dosi oltre a quelle, per esempio, delle graminacee. Fortunatamente, i vaccini per l’ambrosia sono molto efficaci, godono di ampia sperimentazione e possono arrivare a cambiare il trend di andamento del disturbo.

Roberta Ragni

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