Una recente ricerca ha rivelato che i primissimi segnali della malattia di Alzheimer possono comparire nella retina. Si tratta di una scoperta molto importante per il futuro dei pazienti affetti da demenza
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©rawpixel/123rf
Gli occhi sono più di una finestra sull’anima: sono anche un riflesso della salute cognitiva di una persona.
Possiamo definire l’occhio come la finestra sul nostro cervello. Infatti, è possibile analizzare direttamente lo stato di salute del nostro sistema nervoso guardando nella parte posteriore dell’occhio, verso il nervo ottico e la retina.
La ricerca ha esplorato come l’occhio possa aiutare a diagnosticare la malattia di Alzheimer prima che i sintomi inizino.
Il motivo? La malattia di Alzheimer inizia nel cervello decenni prima dei primi sintomi di perdita di memoria.
Se i medici sono in grado di identificare la malattia nelle sue prime fasi, i pazienti potrebbero fare scelte di vita sane e modificare i fattori di rischio, come l’ipertensione, il colesterolo alto e il diabete.
Quanto presto possiamo vedere segni di declino cognitivo? Per scoprirlo, un recente studio ha esaminato il tessuto donato dalla retina e dal cervello di 86 persone con diversi gradi di declino mentale.
I ricercatori hanno visto che i cambiamenti nella retina erano correlati ai cambiamenti in parti del cervello chiamate cortecce entorinale e temporale.
Il nostro studio è il primo a fornire analisi approfondite dei profili proteici e degli effetti molecolari, cellulari e strutturali dell’Alzheimer nella retina umana e di come corrispondono ai cambiamenti nel cervello e nella funzione cognitiva.
Lo studio
I ricercatori nello studio hanno raccolto campioni di tessuto retinico e cerebrale in 14 anni da 86 donatori umani con malattia di Alzheimer e decadimento cognitivo lieve, il più grande gruppo di campioni retinici mai studiato, secondo gli autori.
I ricercatori hanno quindi confrontato campioni di donatori con funzione cognitiva normale con quelli con decadimento cognitivo lieve, e quelli con malattia di Alzheimer in stadio avanzato.
Lo studio, pubblicato a febbraio sulla rivista Acta Neuropathologica, ha rilevato aumenti significativi della beta-amiloide nelle persone con Alzheimer e declino cognitivo precoce.
Le cellule microgliali sono diminuite dell’80% in quelli con problemi cognitivi. Queste cellule sono responsabili della riparazione e del mantenimento di altre cellule, inclusa la rimozione dell’amiloide-beta dal cervello e dalla retina.
Lo studio ha scoperto che l’atrofia dei tessuti e l’infiammazione nelle cellule nella periferia estrema della retina erano i più predittivi dello stato cognitivo.
I risultati sono stati evidenti anche nelle persone con sintomi cognitivi assenti o minimi, il che suggerisce che questi nuovi test oculistici potrebbero aiutare nella diagnosi precoce.
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Fonte: SpringerLink
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