Gli alimenti ultra-processati dovrebbero essere venduti con gli avvertimenti stile tabacco (e tassati pesantemente), l’allarme degli scienziati

Gli alimenti ultra-processati necessitano di avvertenze in stile tabacco e dovrebbero essere pesantemente tassati a causa dell’impatto sulla salute e sulla mortalità, lo sostiene con fermezza Carlos Monteiro dell’Università di San Paolo (Brasile), lo scienziato che coniato il termine ‘Ultra-processed foods’ – UPF (alimenti ultra-processati)

Gli alimenti ultra-processati (UPF) sono pericolosi per la salute: Carlos Monteiro dell’Università di San Paolo (Brasile), lo scienziato che ne coniato il termine, sostiene con fermezza che invece necessitano di avvertenze in stile tabacco e dovrebbero essere pesantemente tassati.

Nonostante le crescenti prove dei rischi che comportano, gli UPF stanno sostituendo le diete sane in tutto il mondo e questo sta avendo gravi ripercussioni sulla salute di bambini e adulti.

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Gli UPF stanno aumentando la loro quota e il loro dominio nelle diete globali nonostante il rischio che rappresentano per la salute in termini di aumento di molteplici malattie croniche – ha tuonato Monteiro a The Guardian prima dell’International Congress on Obesity in corso a San Paolo –  Gli UPF stanno soppiantando gli alimenti più sani e meno trasformati in tutto il mondo, causando anche un deterioramento della qualità della dieta a causa delle loro numerose caratteristiche danno, e stanno guidando la pandemia dell’obesità e di altre malattie croniche legate all’alimentazione, come il diabete

Come si legge sulla rivista francese 60 Millions de Consommateurs, vogliamo riconoscere facilmente gli alimenti ultra-processati dovremmo stare attenti a questi 5 particolari:

  • se l’elenco degli ingredienti è lungo (più di 5) si ha una probabilità del 75% di trovarsi alle prese con un cibo ultra-trasformato; in particolare è il numero di additivi a mettere in allerta, alcuni compaiono sotto forma di codice con la lettera E;
  • se gli ingredienti hanno nomi difficili o sconosciuti ai consumatori come idrolizzato, proteine ​​reidratate, maltodestrine, ecc;
  • se è “a basso contenuto di zucchero”, a basso contenuto di grassi o “ricco di fibre”: nel caso di “a basso contenuto di zucchero”, ad esempio, questo spesso implica che il prodotto è stato denaturato, sostituendo lo zucchero con maltodestrine o dolcificanti;
  • se la confezione è molto colorata o chiaramente rivolta ai bambini, soprattutto quando il prodotto è dolce;
  • se ha un prezzo basso: per mantenere un prezzo basso, i produttori spesso sostituiscono ingredienti costosi con aromi artificiali, esaltatori di sapidità, fibre che danno consistenza, ecc.

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A febbraio, la più ampia analisi mondiale nel suo genere ha rilevato che gli UPF erano direttamente collegati a 32 effetti dannosi per la salute, tra cui un rischio più elevato di malattie cardiache, cancro, diabete di tipo 2, problemi di salute mentale e morte prematura.

Monteiro e i suoi colleghi usarono per la prima volta la frase UPF 15 anni fa quando progettarono il sistema ‘Nova’, che valuta non solo il contenuto nutrizionale ma anche i processi subiti dagli alimenti prima di essere consumati e classifica cibi e bevande in quattro gruppi: alimenti minimamente trasformati, ingredienti culinari trasformati, alimenti trasformati e alimenti ultra-processati.

Sono necessarie campagne di salute pubblica come quelle contro il tabacco per frenare i pericoli degli UPF. Tali campagne includerebbero i pericoli per la salute derivanti dal consumo di UPF. Anche la pubblicità degli UPF dovrebbe essere vietata o fortemente limitata, e dovrebbero essere introdotte avvertenze sulla parte anteriore della confezione simili a quelle utilizzate per i pacchetti di sigarette

A questo proposito, una recente ricerca guidata dalla Columbia University (Usa) aveva dimostrato che gli UPF innescano nel nostro cervello meccanismi di dipendenza simili a quelli del tabacco.

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Pertanto il paragone di Monteiro appare particolarmente adatto, anche se, come osservano altri scienziati nutrizionisti, non sempre è così evidente “bollare” un alimento come ultra-processato (ed è quello che spesso ci inganna).

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Fonte: The Guardian

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