“Wow therapy”, come portare la meraviglia nella propria vita

Wow therapy, la capacità di godere e meravigliarsi dei piccoli fatti di ogni giorno. Aumenta l'emodiversità: fino a 16 emozioni positive che hanno effetti straordinari sulla salute.

Wow therapy, la capacità di godere e meravigliarsi dei piccoli fatti di ogni giorno. Aumenta l’emodiversità: fino a 16 emozioni positive che hanno effetti straordinari sulla salute.

Gesù e Pietro stavano camminando in un campo quando, all’improvviso, videro un cane. Da lontano sembrava dormire; avvicinandosi poterono constatare che invece era la carcassa di un animale morto e in decomposizione. Pietro disse: “Maestro, allontanati da lì”. Gesù invece si avvicinò ulteriormente, la guardò bene ed esclamò: “che bei denti bianchi che ha!”. Nell’episodio, raccontato in uno dei Vangeli apocrifi, si racchiude la sintesi estrema della wow therapy, un approccio alla vita che attinge ad una saggezza antica: il sapersi meravigliare, l’apprezzare e il godere di quello che c’è.

Non si tratta di “accontentarsi”. “La vita è un cammino dello sguardo” affermava Max Planck, padre della fisica quantistica. La realtà esterna a noi non è statica, definitiva ma piuttosto flessibile: dipende da come noi la guardiamo e percepiamo, dal valore e l’importanza che gli diamo e dalle conseguenti emozioni, riflessioni e considerazioni di valori e prospettive che ci sollecita. È come dire: se posso mangiare “solo” un pezzo di pane, non faccio buon viso a cattivo gioco e mi accontento di quel che ho. Modifico la mia visione: guardo la forma di quel pezzo di pane, sento le sue differenti consistenze, annuso il suo profumo, mi soffermo nella masticazione per apprezzarne le diverse parti e assaporarne fino in fondo il gusto. Se mi accontentassi, mi resterebbe il rimpianto di tutto quanto non è sulla tavola o immagino dovrebbe esserci. Se onoro la bellezza e il buono di quello che c’è e riesco a stare in questo, allora sarò felice, appagato.

Evidenziare il positivo – senza negare, rinnegare, non vedere il resto della realtà (tornando al racconto iniziale: Gesù naturalmente aveva visto la decomposizione del corpo del cane) – consente di restare sempre in connessione con l’onda creatrice dell’universo, nella consapevolezza che tutto è collegato e ha un senso (mentre, spesso, le difficoltà, gli intoppi, i momenti anche molto faticosi ci fanno perdere di vista tutto questo, dimenticare la bellezza che pure abita sempre la nostra vita, dentro e fuori di noi).

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Le conseguenze sono poi evidenti e si sostanziano nella capacità di vivere e modulare ben 16 emozioni positive che ci fanno sentire: attivi, attenti, divertiti, allegri, calmi, a proprio agio, determinati, entusiasti, eccitati, felici, premurosi, ispirati, interessati, orgogliosi in modo sano, rilassati e forti.

Questa ricchezza di emozioni positive viene definita “emodiversità”; la scienza ha dimostrato che influisce pesantemente sul nostro stato di salute: riduce le infiammazioni (che sono alla base della maggioranza delle malattie), il rischio di malattie croniche come il diabete e tutto lo spettro delle patologie cardiovascolari. Aumenta la resilienza, cioè la nostra capacità di affrontare in modo adattivo i momenti difficili. Riduce in modo significativo i danni fisiologici causati dal distress.

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Per cominciare a far entrare la wow therapy nella propria vita basta, in fondo, davvero poco e – in più – non c’è alcuna spesa da sostenere. Ecco la lista dei “rimedi magici” da assumere:

lasciarsi sorprendere, non dare nulla per scontato;

individuare, in ogni situazione, un aspetto costruttivo/positivo;

porsi degli obiettivi pratici nuovi (realistici e non suggeriti da comparazioni o modelli esterni);

praticare la gratitudine;

dare nome e onorare la bellezza della natura;

iniziare attività nuove;

fare un minimo di attività sportiva quotidiana e incrementare la qualità (che è più importante della quantità) delle nostre relazioni.

Aiutano: la pratica di una meditazione (mal che vada, anche solo per pochi minuti al giorno) e un approccio autenticamente spirituale alla vita.

Anna Maria Cebrelli

Illustrazioni: Marie Cardouat

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