Trenta giorni per eliminare il superfluo e abbracciare uno stile di vita minimalista: questa è la sfida lanciata da un documentario Netflix (che vi invitiamo a cogliere)
Parliamo spesso di minimalismo e di come questo stile di vita improntato all’eliminazione del superfluo (sia esso materiale o spirituale) possa davvero cambiarci la vita – in meglio.
Ma come portare concretamente il minimalismo nella nostra quotidianità? Da dove partire per eliminare ciò che non ci serve, che non ci fa bene, e che al contrario ci limita nella piena espressione della nostra sensibilità?
Lo spiega in maniera egregia un breve documentario del 2021 dal titolo già molto significativo che può trasformarsi nel mantra delle nostre giornate all’insegna del minimalismo: “Meno è Meglio”, realizzato per Netflix da Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus.
In poco meno di un’ora i due amici, fondatori del blog e del podcast The Minimalists e autori di diversi libri sul tema del minimalismo, forniscono uno strumento concreto che può fare la differenza nel nostro percorso verso l’eliminazione del superfluo.
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La sfida dei 30 giorni per abbracciare il minimalismo
Abbracciare il minimalismo non significa (solo) buttare ciò di cui non abbiamo bisogno, quanto piuttosto rivoluzionare il proprio stile di vita in ogni suo aspetto.
Se si trattasse solo di fare pulizia nel nostro appartamento e buttare ciò che non ci serve, nel giro di poche settimane ci ritroveremmo a fare nuovamente i conti con il disordine, perché la nostra tendenza al consumismo ci avrà spinto verso nuovi acquisti.
Al contrario, significa possedere pochi oggetti, tutti di alta qualità e di alto valore, ed essere profondamente appagati con essi.
Spesso ci lasciamo affascinare dalle promozioni e dai prezzi convenienti e acquistiamo compulsivamente cose che poi non ci serviranno, o di cui abbiamo già un doppione a casa.
E in questo modo ci ritroviamo le case piene di oggetti e cianfrusaglie che ci rubano tempo ed energie: ci ritroviamo sempre immersi nel disordine, dobbiamo trovare un posto per i nuovi oggetti, sistemarli, spolverarli, provvedere alla loro manutenzione…in un loop che non ha fine.
Millburn e Nicodemus propongono invece la sfida dei 30 giorni minimalisti per dare avvio a una piccola rivoluzione nella nostra vita.
Mettere in atto la sfida è semplice – almeno all’inizio: nel primo giorno si butta un oggetto presente nella propria casa, nel secondo giorno due oggetti e via via così fino al trentesimo giorno, quando si butteranno trenta oggetti.
Gli oggetti possono essere di qualsiasi natura – dalle borse ai vestiti, dai cosmetici agli utensili della cucina, dai soprammobili ai libri ai dispositivi tecnologici.
I due minimalisti parlano di buttare, ma noi ci permettiamo di modificare leggermente questo consiglio in nome della sostenibilità.
Piuttosto che gettare via, creando così un rifiuto, perché non vendere o regalare quello che non ci serve più (se è nelle condizioni di poter essere utile a qualcun altro)?
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Tornando alla sfida, Millburn e Nicodemus suggeriscono di condividere il nostro percorso verso il minimalismo con un amico o un familiare, in modo da mantenere la costanza, e di sbarazzarsi degli oggetti sempre alla stessa ora, per creare un’abitudine positiva.
Come abbiamo detto, all’inizio la sfida sembra molto facile: tutti noi abbiamo una t-shirt che da tempo pensavamo di eliminare dall’armadio, o una tazza scheggiata o un cosmetico scaduto e inutilizzabile.
Tuttavia, con il passare dei giorni e l’aumentare delle cose da eliminare, la sfida del minimalismo si fa sempre più ardua, perché iniziano a interferire i legami sentimentali, i ricordi, il senso di colpa nel buttare una cosa che non si è mai neppure utilizzata.
Allo stesso tempo, però, iniziamo a renderci conto di quante cose possediamo effettivamente (troppe!) e di quante ne usiamo davvero.
Ci accorgeremo, magari, di aver comprato un nuovo accessorio per la cucina solo perché dimenticato di possederne già uno identico, oppure di avere capi di abbigliamento in colori improponibili che non si abbinano a nulla.
Potremo constatare che molti dei libri che abbiamo accumulato negli anni non sono stati mai neppure aperti (e nonostante questo continuiamo a comprarne di nuovi), o che abbiamo troppi soprammobili inutili che fungono solo da accumula-polvere.
Insomma, nel corso di questi trenta giorni avremo modo di accorgerci di quanto il nostro stile di vita sia improntato a uno sfrenato consumismo che ci spinge verso acquisti inutili e privi di logica.
Ma non solo: liberandoci del superfluo potremo apprezzare ciò che davvero ci piace e ci fa stare bene, e troveremo molto più semplice organizzare i nostri spazi – dall’armadio ai cassetti alla dispensa.
Se possediamo meno oggetti, tutto troverà un posto e noi impiegheremo pochissimo a mettere in ordine. Che ne dite di cimentarvi in questa sfida? Vi lasciamo qui sotto il traile del documentario:
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