La felicità si coltiva ogni giorno, e anche le parole che scegliamo per definirci hanno un grande peso nel suo raggiungimento
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Essere felici è un viaggio che si affronta con le piccole scelte di ogni giorno e che dipende esclusivamente dal nostro modo di vedere la vita e le cose: possiamo possedere moltissimi oggetti e avere un lavoro appagante ed essere infelici, oppure essere molto felici anche con poco.
Il modo in cui vediamo e metabolizziamo le esperienze e le cose che ci accadono passa anche dal linguaggio che utilizziamo con noi stessi e con gli altri.
Avere parole cariche di gentilezza e gratitudine nei confronti di ciò che abbiamo e che possiamo fare ci riempie il cuore di felicità. Al contrario, non perdere occasione per umiliarsi e lamentarsi con se stessi e con gli altri ci renderà frustrati e infelici.
Ecco cinque piccoli cambiamenti che possiamo adottare già da oggi nel linguaggio che utilizziamo con gli altri e con noi stessi per iniziare a portare più felicità nella nostra vita: essi, lungi dall’essere delle mere scelte linguistiche, rappresentano un cambio di prospettiva da non sottovalutare.
“Posso…”
Le nostre giornate sembrano null’altro che un susseguirsi di doveri e obblighi, e il tempo per fare ciò che ci piace davvero sembra non arrivare mai.
Dobbiamo andare a trovare l’amica, allenarci in palestra, fare la spesa, pagare le bollette, portare i figli a scuola e così via. E se invece di considerali doveri noi ci dessimo la possibilità di fare queste cose? Se iniziassimo a sostituire il “devo” con il “posso”?
Facciamo qualche esempio. Perché non apprezzare la possibilità di frequentare una persona cara, anziché vederlo come un’imposizione? Perché non vedere l’allenamento in palestra come una chance per migliorare la nostra salute, piuttosto che come un obbligo?
Potremmo trasformare il dovere del pagare le bollette nella gratitudine verso il denaro che abbiamo e che ci permette di affrontare questa spesa, oppure il dovere di accompagnare i figli in giro nella possibilità di trascorrere del tempo di qualità con loro.
Iniziare a vedere i nostri impegni come possibilità per cui essere grati piuttosto che come incombenze da portare a termine è il primo passo per una vita più felice.
“Dimmi di più…”
Un’altra delle chiavi della felicità è l’empatia, ovvero la capacità di ascoltare l’altro e comprendere i suoi problemi, le sue difficoltà. In un’epoca in cui sembra che il tempo ci scivoli via velocissimo, senza che neanche ce ne accorgiamo, trovare qualche momento da dedicare agli altri è molto difficile.
La maggior parte delle persone non si mette in un atteggiamento di vero ascolto (perché non ha tempo o è distratta dai fatti propri) e si limita a chiudere la conversazione con sentenze sbrigative e giudizi che spesso non portano a nulla di buono.
Metterci in ascolto sincero dell’altra persona, mostrando un atteggiamento non giudicante, è un ottimo modo per migliorare la nostra relazione con gli altri e con noi stessi, e diventare di conseguenza persone più felici.
”… ancora”
Talvolta la nostra infelicità dipende dal fatto che non siamo riusciti a raggiungere i traguardi che ci siamo imposti o gli obiettivi a cui aspiriamo: non abbiamo trovato il lavoro dei nostri sogni, non abbiamo creato la nostra famiglia, non siamo indipendenti dal punto di vista economico.
Non essere riusciti finora a raggiungere questi obiettivi non significa che non riusciremo a farlo in futuro, fra qualche mese o qualche anno. Quindi, anziché mortificarci lamentandoci di ciò che non abbiamo fatto o non possediamo, proviamo ad aggiungere la parola “ancora” alle nostre frasi.
Non abbiamo ancora comprato casa, ma non è detto che non riusciremo a farlo in futuro. Non abbiamo ancora trovato un lavoro, ma lo stiamo cercando e potrebbe arrivare presto. Non abbiamo ancora finito l’università, ma ci stiamo impegnando per laurearci presto.
Aggiungendo questa semplice parola, trasformiamo il muro del limite in un trampolino per la nostra crescita e ci sentiremo sempre meno insoddisfatti e infelici.
Leggi anche: Motivazione: come raggiungere gli obiettivi (e il successo) ripartendo da questi 10 step
“Avrà importanza tra un anno?”
Quanti dei problemi che affrontiamo ogni giorno sono in realtà bazzecole prive di importanza? Quanta della nostra energia sprechiamo rimuginando su faccende di poco conto, che già domani avremo dimenticato?
Non abbiamo trovato parcheggio, abbiamo perso il treno, siamo arrivati tardi a una riunione importante, un amico si è dimenticato del nostro compleanno, abbiamo rovinato la nostra camicia preferita versandoci sopra del caffè…gli esempi sono infiniti.
Ogni volta che ci sentiamo insoddisfatti o arrabbiati per un motivo specifico, chiediamoci sempre: questa cosa avrà ancora tanta importanza fra un anno? me la ricorderò ancora? Se la risposta è no, proviamo a portare quella calma futura nel momento presente.
“Mi concentrerò (solo) su…”
Nella frenesia delle nostre giornate, l’attenzione si frantuma in mille piccoli rivoli e si disperde in modo irrecuperabile. Anche essere sempre distratti e poco focalizzati su ciò che stiamo facendo può essere fonte di infelicità nel lungo periodo.
Quindi, se avvertiamo un senso di confusione, se ci sentiamo stanchi e insoddisfatti, potremmo trarre giovamento dal canalizzare tutte le nostre attenzioni verso un’unica attività che al momento rappresenta quella più importante per noi.
Porsi ogni giorno un unico obiettivo (anche piccolo) e portarlo a termine entro la fine della giornata ci renderà non solo molto più concentrati e produttivi, ma anche più soddisfatti e felici, perché diventeremo consapevoli del nostro potenziale.
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